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  • Ancelotti: 'Alla Juve mi odiavano, uscivo con la polizia. Moggi? Giusto fare pulizia, non era un calcio regolare'

    Ancelotti: 'Alla Juve mi odiavano, uscivo con la polizia. Moggi? Giusto fare pulizia, non era un calcio regolare'

    • Redazione CM
    L'allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti è stato ospite dell'ex campione argentino Jorge Valdano nel corso della trasmissione "Universo Valdano", nella quale si è pure soffermato sulle sue esperienze alla guida di Juventus e Napoli. "Alla Juventus mi odiavano per aver giocato nel Milan, a volte dovevo uscire con la polizia. Non abbiamo vinto titoli, sono arrivato due volte secondo. Il Moggi-gate? Mi sembrò giusto ripulire il calcio italiano, non c’era un gioco regolare. Gli Agnelli? Tutto lì era organizzato in maniera fantastica. Non mi sono divertito perché ho giocato con Milan e Roma, però ho imparato molto circa cosa fosse un club di livello".  

    Sulla rottura col Napoli: "E' la città più bella del mondo dove andare in vacanza. Dopo gli allenamenti pomeridiani prendevo una barca e andavo a cenare a Capri. È un buon club in Italia, con l’esigenza di arrivare tra le prime quattro. Nel secondo anno ho discusso con la società per un ritiro che loro volevano e io no. Nessun conflitto, non mi piace litigare".   

    Sul Milan e il rapporto con Berlusconi: "La sua sfida era vincere in due anni e ce l'ha fatta. Abbiamo vinto la Coppa dei Campioni nel 1989 e 1990. In Italia l'ho votato, era un genio. Gli piaceva parlare di calcio, veniva sempre quando le cose andavano bene e mai quando andavano male. Voleva giocare con tre attaccanti, con Kaká, Inzaghi e Shevchenko tutti insieme. La leggenda narra che facesse lui le formazioni, ma non è vero: un presidente non mi ha mai imposto di mettere un giocatore o un altro".                    

    Il tecnico emiliano ha riservato pure una battuta sul Paris Saint-Germain: "Ricordo che avremmo dovuto giocare una partita di Champions League contro il Porto, eravamo già qualificati ma la società mi disse che mi avrebbe licenziato in caso di sconfitta. Io risposi che in quel momento la fiducia era venuta meno e a febbraio, nonostante mi avessero proposto il rinnovo di contratto, decisi che me ne sarei andato".       

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