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  • Ancelotti: 'Napoli? Non è finita bene... Hanno provato a cambiarmi, ma hanno sbagliato!'

    Ancelotti: 'Napoli? Non è finita bene... Hanno provato a cambiarmi, ma hanno sbagliato!'

    Carlo Ancelotti, allenatore dell'Everton, da quando è tornato in Premier ha la miglior media punti, alle spalle, ovviamente, di Jurgen Klopp e del suo Liverpool. L'addio al Napoli, seppur recente, sembra lontanissimo, e oggi, l'ex Milan, Chelsea, Paris Saint-Germain, Real Madrid e Bayern si racconta al Corriere della Sera: "Io, Vialli, Zola, Ranieri sembriamo sollevati in Inghilterra? Beh, hanno ragione! Se uno è abituato al calcio italiano, trova un altro mondo. Non parlo dell'intensità del gioco, non è quello che fa la differenza. Qui c'è un ambiente diverso. In Inghilterra non si viene offesi, per esempio. L'insulto è fastidioso. In alcuni stadi italiani hai l'impressione che la gente ti odi, magari perché hai cambiato squadra. Un tipo si mette dietro la panchina e ti vomita addosso insulti per 90 minuti. Qui, è impensabile". 

    EVERTON-LIVERPOOL - "Rivalità sportiva al centro per cento. Come a Milano tra Milan e Inter. Nessun odio. Nessuna vera differenza geografica, sociale, politica o religiosa,  tra le tifoserie". 

    RAPPORTI CON KLOPP - "Ottimi, ci conoscevamo già. Lo stesso con Mourinho. Ci mandiamo messaggi". 

    SUL FIGLIO - "Bello lavorare con un trentenne. Davide è un allenatore con un patentino Uefa A: in Italia, non avrebbe l'età minima, chissà poi perché. Il rapporto tra noi è professionale, ma certamente mio figlio mi dice cose che nessun altro mi dice: anche sulle cazzate che faccio". 

    SUL NAPOLI - "Sono andati a Napoli perché, dopo nove anni all'estero, avevo voglia di tornare in Italia e Napoli mi sembrava una piazza interessante... Diciamo che non è finita bene, ma è stata una buona esperienza. Vivere a Napoli è una delle più belle cose che possano capitare. Poi un po' per i risultati, un po' per altre difficoltà, si è chiuso il rapporto. Io vengo esonerato il 12 dicembre, l'Everton ha mandato via l'allenatore ai primi di dicembre, le cose si sono combinate. Coincidenze. De Laurentiis ha detto: "Ho pensato di cambiare", io gli ho detto: "Sei sicuro?", lui mi ha detto "Sì", allora io ho detto "Ok, allora cerco un'altra squadra". Non avevo voglia di star fermo e farmi pagare senza lavorare. Allenare in Inghilterra è affascinante, e la società dell'Everton è ambiziosa". 

    SULL'ESONERO - "Come fa un allenatore a capire dell'esonero? Lo annusi, lo annusi... Nel calcio i segreti non esistono, si sa tutto di tutti. A Napoli si annusava... che devi fare? Devi prendere atto". 

    SUL FASTIDIO - "Cosa mi ha dato fastidio? Mi dà fastidio che, quando le cose non vanno bene, mi dicano "Ah, bisogna usare la frusta, sei troppo buono, sei troppo gentile e accomodante coi giocatori!". Ma dico: i dirigenti al mondo non conoscono come alleno? Non mi puoi prendere e poi dirmi di cambiare il mio modo non solo di allenare: il mio modo di essere. Perché io sono così, è così sono arrivati i successi. Se tu mi dici "Devi usare la frusta!", è sbagliato, è sbagliato". 

    DOVE E' SUCCESSO? - "E' successo solo a Napoli? Ma no, è successo anche al Chelsea, è successo al PSG... Ho vinto tanto, lo so, ma i momenti difficili ci sono stati dappertutto. Anche al Milan ci sono stati dei passaggi difficilissimi. Però superati. Ecco: forse il Milan è stato l'unico posto dove non mi hanno detto "Usa la frusta!". Perché mi conoscevano". 

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