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  • Anche dopo Monza la Juve non cambia idea: avanti con Allegri, ecco perché

    Anche dopo Monza la Juve non cambia idea: avanti con Allegri, ecco perché

    • Nicola Balice
    Può piacere o non piacere, ai più non piacerà. Ma Max Allegri sembra destinato a restare l'allenatore della Juventus. Ed è frutto di una decisione che alla Continassa è stata presa e che pare non dover cambiare nemmeno in questi giorni, salvo nuovi colpi di scena. Giorni di riflessioni, confronti, anche scontri. Ma alla fine la decisione è ancora quella di insistere con Allegri. Messo tutto sul piatto, valutati pro e contro di un cambio di guardia già ora, in casa Juve si sta consumando l'idea che andare avanti con Max sia meglio che sostituirlo. Per quanto si sia discusso di esonero più che di invito alle dimissioni, si siano valutate eventuali alternative, si siano fatti quei conti che non tornano. 

    PERCHE' MAX – Avanti con Allegri allora. Ed è una decisione che ha anche o soprattutto basi economiche, ma non soltanto. Quel contratto blindato da 7 milioni netti più bonus a stagione fino al 30 giugno 2025 impone riflessioni attente, al lordo si oscilla tra i 40 e i 50 milioni considerando anche lo staff, che sostanzialmente andrebbero raddoppiati considerando pure i costi dell'eventuale nuova guida tecnica che si immagina in grado di sostituire Allegri anche nel programma quadriennale nemmeno giunto a metà strada. A proposito, quale allenatore potrebbe prendere già oggi il posto di Allegri garantendo un miglioramento tale da assicurare almeno il quarto posto se non lo scudetto, oltre agli ottavi di Champions? Forse nessuno, secondo le valutazioni finali della dirigenza bianconera. L'ipotesi di un traghettatore infatti non convince almeno per ora, un po' perché è comunque solo settembre, un po' perché non fa parte dello Juve-pensiero considerando come nell'intera era Andrea Agnelli non sia arrivato un solo cambio in corsa, nemmeno nel primo sfortunato anno con Gigi Delneri in panchina. Quindi, cambiare Allegri solo in caso di up-grade, non solo potenziale ma garantito, una condizione difficilmente praticabile almeno in questa fase. Rimandando il tempo della resa dei conti, almeno a novembre se non addirittura a giugno. Salvo nuovi colpi di scena o ulteriori tracolli tali da rappresentare un punto di non ritorno.

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