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  • Asensio e linea verde madridista: il Real è il nuovo Barcellona

    Asensio e linea verde madridista: il Real è il nuovo Barcellona

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    La forza del denaro contro la programmazione, lo scontro ideologico tra Real Madrid Barcellona non si è mai giocato solo sul campo o su fattori politici ma anche su mere questione di mercato: da una parte la volontà dei blancos di vincere subito, spendendo miliardi per strappare le migliori stelle al mondo; dall'altra la forte identità dei blaugrana, la fiducia alla cantera per costruire squadre completate da giovani campioni appena esplosi o in rampa di lancio. I tempi dei Galacticos però sono lontani, ora i ruoli sembrano essersi completamente capovolti.

    Non cambia la quantità di denaro mosso dal Real, a mutare è stato il modo in cui il club madridista ha deciso di gestire i propri investimenti: Asensio, Carvajal, Isco, Vazquez, Vallejo e il riacquisto di Morata, i blancos hanno deciso di puntare forte sul Made in Spain e investono sui migliori giovani del panorama iberico. La scelta al momento premia: Carvajal e Isco (pagati rispettivamente 6,5 e 30 milioni nel 2013) sono due delle chiavi del successo di Zidane in Liga e Champions League, Morata (venduto due anni fa alla Juve per 20 milioni e ricomprato a 30 la scorsa estate) e Vazquez (1 milione nel 2015) due preziose riserve; Asensio infine è la ciliegina sulla torta (prelevato dal Mallorca nel 2015 per soli 3,5 milioni di euro), la stellina che ha incantato tutti, nazionale Under 21 compresa, ed è candidato per parola del presidente Perez a raccogliere la pesante eredità di Cristiano Ronaldo. 

    Non solo talenti spagnoli però, oltre alla Liga (prossimo obiettivo il francese Theo Hernandez dell'Atletico) il Real guarda anche all'estero e lo fa non più per strappare campioni affermati, ma per assicurarsi i migliori prospetti a livello mondiale: si spiegano così i 75 milioni per James Rodriguez, i 100 per Bale (nel 2013 il gallese non era ancora un campione affermato nell'elite del pallone) e gli oltre 40 milioni di euro per il cartellino di Vinicius Jr, annunciato come prossima stella del calcio brasiliano; si spiega perché i madridisti non siano spaventati dai 100 milioni di valutazione di Kylian Mbappé e perchè siano sulle tracce di Gianluigi Donnarumma, in una situazione delicata con il Milan. C'è sempre spazio per qualche follia, ma la linea del Real 2.0 è tracciata: stop ai mercati copertina, largo ad acquisti funzionali e di prospettiva per un ricambio graduale che permetta alla rosa di non perdere equilibrio e ai senatori dello spogliatoio di trasmettere la propria esperienza ai nuovi innesti.

    E il Barcellona? Gradualmente i blaugrana hanno abbandonato la propria strada per provare ad imboccare quella intrapresa per anni dai rivali del Real: acquisti di grande impatto mediatico, giocatori pronti all'uso che garantiscano risultati immediati. Da Neymar ad oggi sono stati tanti i calciatori pagati, strapagati per avere risultati immediati: da Suarez a Mathieu e Arda Turan fino ai grandi flop Paco Alcacer e André Gomes (gli ultimi due costati oltre 60 milioni di euro la scorsa estate), di contro pochi giovani promossi dalla cantera senza però grandi soddisfazioni (il rientrante Denis Suarez, Rafinha e Sergi Roberto). Lontano ricordo l'acquisto di Piqué o il debutto coi grandi di Sergio Busquets o Iniesta, i catalani sono sì riusciti a mantenere uno standard alto (una Champions League, una Liga e tre Coppe del Re negli ultimi tre anni) ma è mancato un senso di programmazione a lungo termine. Tre stagioni buie sul mercato, ora il Barcellona sembra pronto a fare marcia indietro: l'arrivo del giovane brasiliano Marlon, la volontà di prendere Verratti per riempire quel vuoto lasciato da Xavi (anche a costo di spendere cifre esorbitanti) e riportare a casa Deulofeu lasciano pensare che ci sia margine per un cambio di rotta, con il Barça pronto a riprendersi quello scettro di regina della programmazione passato a sorpresa in mani madridiste.

    @Albri_Fede90

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