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  • Atalantamania: a Roma più gialli che rossi…per la Champions sarà dura!

    Atalantamania: a Roma più gialli che rossi…per la Champions sarà dura!

    • Marina Belotti
    Furioso. No, non Gasperini, che non ha voluto parlare nemmeno ieri nel post gara. Ma l’unico, insieme a Miranchuk, che va oltre una prestazione appena sufficiente: Demiral. Appena un attimo dopo lo scontro con Abraham, si è temuto il peggio. Perché l’ex bianconero urlava e rotolava, come nel peggiore degli infortuni al crociato. Era terrorizzato di rivivere l’incubo: il 12 gennaio 2020, proprio all’Olimpico, si ruppe il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro con associata lesione meniscale. Due anni dopo, Abraham ha rischiato di fargli vivere un deja-vu. I segni dei tacchetti dell’inglese sono ancora ben visibili, ma di rosso c’è solo il sangue del turco sul ginocchio postato sui social. Massa ha optato per un giallo, anzi, l’ennesimo giallo (otto ammonizioni in totale), riservando le espulsioni agli ultimi secondi del match. Che pasticcio.  Perché l’Atalanta questa partita non l’avrebbe vinta mai, ma senza Abraham in campo a buttarla dentro al 32’ p.t. non l’avrebbe neanche persa. Ma se fanno storcere il naso le corse in rete dei vari Malinovskyi, Miranchuk e Pessina bloccate sul più bello dal fischietto, lasciano ancora più perplessi modulo e prestazioni nerazzurre.
     
    PERSA- Cambio di rullino, per l’ennesima volta: Gasp stravolge tutto e si torna al 4-2-3-1. Peccato che, ogni volta che l’ha fatto, l’Atalanta non ha mai vinto né convinto. Si perde nella fase difensiva, troppo sicura di sé, regala passaggi ai nemici, e non si ritrova né sul centrocampo corto, né in fase offensiva, dove quattro pedine non riescono a mettere insieme un tiro in porta. Distratta in difesa e spuntata davanti, la Dea del Gasp non ha il solito feeling tra le parti: Pasalic fatica a tenere il ruolo di centravanti, Pessina e Koopmeiners si sovrappongono senza dialogare, e Miranchuk rimane da solo a cercare varchi per avvicinarsi quantomeno a una palla gol, invano. La Roma ha fame, molta più fame dell’Atalanta, svampita e quasi in gita, si intuisce già dal primo pressing. Nella ripresa Gasp li mette tutti dentro: Miranchuk, Malinovskyi, Boga, Muriel, sembra impossibile che il gol non arrivi, ma il fatto grave è che la Dea nemmeno si avvicina a Rui Patricio. Le occasioni più nitide sono di Freuler e Demiral, col ginocchio malandato.
     
    I RIMPIANTI- E adesso l’Atalanta rimpiange gli unici giocatori che non può avere. L’irruenza e la concretezza di Zapata sotto porta, la qualità tecnica e le invenzioni di Ilicic, la zampata di Piccoli, i cross dalla sinistra di Gosens. Il gioco sulle fasce langue senza la spinta del tedesco, ed era la chiave di volta dell’Atalanta da Champions. Che adesso si allontana, perché la Roma è avanti negli scontri diretti e la Dea potenzialmente sesta. Perché adesso anche vincere col Toro sembra un’impresa. E se ci si buttasse direttamente in Champions via Europa League? C’è da lavorare, perché il Bayer ha pareggiato col Bayern. Zitti e pedalare, la prima il Gasp l’ha fatta già.

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