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  • Atalantamania: altro che Roma e Milan, la Dea punta all’Inter!

    Atalantamania: altro che Roma e Milan, la Dea punta all’Inter!

    • Marina Belotti
    ‘Dammi 3' Parolo: Europa, Champions, Coppa’. Si potrebbe riassumere così la gara dell’Atalanta, il plot di un film già visto ma che incolla sempre allo schermo. Non solo i bergamaschi ma un po’ tutta l’Italia calcistica, che si annoia a vedere giocare la Roma e l’Inter. Già, proprio quell’Inter scarico che all’Udinese appena beffata dalla Dea non è riuscita a fare manco un gol. E a questo punto- perché proprio di un punto si tratta- il terzo posto è a portata di mano, di tacchetti, di cuore e di sogni. L’Atalanta si vuole prendere tutto, anche il bronzo e il suo Oscar.

    GO ATALANTA, GOMEZ!- Lo Spielbergamasco si chiama Gasperini e la formula per un’altra sceneggiatura da ‘gol si gira’ è una ripresa a tutto campo all’Olimpico: il terreno fuori casa, il solito gol nemico entro 3’ (Parolo quasi sforava…), la consueta replica di Zapata, gli assist costanti di Gomez, il gol della domenica di Castagne, la pioggia torrenziale che ricarica un’Atalanta altrimenti troppo sudata dalla corsa e quella non-zuccata di Djimsiti per ritornare il miglior attacco di A. Gli ingredienti ci sono sempre tutti e se nascosto c’è anche dell’altro, il regista Gasperini si guarda bene dal suggerirlo. Almeno nelle prossime quattro gare, sei ore di match che valgono un posto nella Storia. Trascinati da quel capitano che da corner, area piccola o metà campo, si diverte a fare realizzare i compagni. Calarsi nel ruolo di prima punta non fa per lui, ma di certo qualche comparsata nel tabellino Gomez si impegnerà presto a impersonarla.

    NUMERI DA CAPOGIRO- E adesso un po’ di numeri, che arrivano da ogni dove. Nei primi cinque campionati europei la Dea è prima per gol fatti in trasferta, ben 40 al pari dell’Hoffeneim e sopra Psg e Bayern. In Italia ha superato ancora la Juve (strano) come miglior attacco -a +2 -e nel girone di ritorno solo i bianconeri hanno fatto meglio dell’Atalanta di pochi spicci, un 2019 da vera inseguitrice allo Scudetto con 12 risultati utili consecutivi e la finale di Coppa conquistata. Ventisette le reti totali di Zapata, che non si ferma più. Duemila i bergamaschi che dalle 19.45 alle 21.15 hanno aspettato al freddo di una domenica sera i loro eroi nella lontana Zingonia per regalargli fuochi d’artificio, fumogeni, cori, ‘grazie’, un’accoglienza che nemmeno CR7. Bergamo vuole dormire, l’Atalanta sta vivendo un sogno dal quale non riesce a svegliarsi. Quando arriverà la prima sconfitta non è più la domanda che si pongono tutti, Ranieri compreso. Forse la Dea può davvero vincerle tutte.

    POKER D’ASSI- A -3 dall’Europa certa, preliminari compresi, forse a -7 forse da quella Champions che riscriverebbe la storia. Ma per sicurezza l’Atalanta vorrebbe fare tutti e 9 i punti. Che tanto la Juve vista Torino non è per niente imbattibile, anzi la Dea l’ha già fatto, e in realtà questa sembra la partita più facile di tutte. Perché se all’ultima in casa- anche se contro il Sassuolo, a Reggio la Dea è padrona- con De Zerbi non dovrebbero esserci problemi, col Genoa a pochi giorni dalla Coppa sarà davvero dura. La testa per forza all’Olimpico, la pressione alle stelle (in tutti i sensi…) e soprattutto tre giocatori in meno: squalificati proprio il leader Papu, Masiello e Mancini. Con Toloi fuori dai giochi, all’Atalanta manca un difensore e probabilmente il Gasp farà arretrare Hateboer e conterà nuovamente su Gosens in coppia con Castagne e Pasalic dietro le punte. Ma conterà anche fino a tre, come i minuti entro cui il Genoa farà quel gol della bandiera e aprirà le danze della Dea, e come quei punti-Champions da intascare mentre spera nell’impresa del Chievo al Meazza. Peccato per il rigore al 98’ di Insigne e l’addio al secondo posto. Perché quest’Atalanta non ha confini e ribolle più del Vesuvio.

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