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  • Atalantamania: c'è del buono in Danimarca

    Atalantamania: c'è del buono in Danimarca

    • Marina Belotti
    Il marcio sta solo nel fatto che la Dea, dopo lo scontro dell’andata, torna a casa senza i tre punti: vuoi per il portiere o per la porta stregata, vuoi per un Barrow meno lucido del solito, l’Atalanta marcia si… ma la corsa è ancora lunga. Tik, Tak, Tok: i passaggi, tanti, dei nerazzurri vengono ripetutamente scanditi dall’assordante tocco del pallone, udito in una calda serata di fine agosto ma privo della destinazione preferita dai quasi ottomila di Reggio Emilia: in fondo al sacco.

    DOPAPU – Rinato, anzi, dopato: lo sembra davvero questo Papu, quasi sdoppiato nei dribbling e nelle spinte, nei tiri in porta da fuori. Scivola solo su un angolo e maledice nella testa Joronen, il portiere danese già idolo in patria per aver giocato la gara della vita. Quella dell’estremo difensore dalla maglia arancio è sembrata essere la serata perfetta, quella dove ti riesce praticamente tutto e non ti segnano neanche se la partita dura duecento minuti. Ma al ritorno sarà un’altra storia, si spera.

    SBARROW – Come sbarrata è la saracinesca della porta ospite, sorprende la scelta di rivedere il numero 99 dall’ inizio. Forse, ancora di più ritrovarlo dopo l’intervallo, dopo aver pagato a caro prezzo le fatiche del lunedì di campionato: qualche peccato di lucidità, alcuni passaggi poco convincenti, ecco che lo zampino del Frosinone ha fatto capolino tra le gambe del gambiano. Eppure Gasp ha resistito, attratto dalla voglia di spostarlo sulla fascia e schierarlo insieme a Zapata e Gomez. Chissà che questa soluzione non possa essere decisiva tra sette giorni.

    RITORNO - C'è solo da “vincere e vinceremo”, come diceva qualcuno? La risposta è si, altrimenti non sarà girone. In fondo, alla Dea è capitato spesso di avere un solo risultato utile a disposizione. Ci vorrà una squadra forse meno bella, ma sicuramente più concreta… perché se lasci aperta la porta, qualcuno alla fine ti potrebbe chiedere se hai la coda. Come la Sirenetta, simbolo di una Copenaghen che attendere i nerazzurri per un giovedì di passione. Nella settimana dei ritorni, con lo spettro romano di un Cristante mai dimenticato in campionato, e la gita europea di un Cornelius che con quella maglia ha vinto tanto, la Dea deve spiegare le ali e volare più in alto: altra corsa, altro girone.

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