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  • Atalantamania: Gasperini mette tutti a tacere, alla Dea l’Europa piace (più della Serie A…)

    Atalantamania: Gasperini mette tutti a tacere, alla Dea l’Europa piace (più della Serie A…)

    • Marina Belotti
    Di nuovo, un anno dopo, gli unici nerazzurri lombardi a centrare gli ottavi di Champions League sono loro, i lottatori bergamaschi. La storia si ripete, ma nessuno si annoia, anzi, ogni puntata assume sempre più i contorni di una sit com, tra diverbi, presunti segreti nascosti, audio di malelingue che vogliono mettere zizzania, schieramenti e prese di posizioni. Eppure è ancora lui, mister Gian Piero Gasperini, a zittire tutti stravolgendo una difesa che non fa più passare mezzo tacchetto, lanciando Pessina in un tridente che pareva intoccabile e che invece andava ritoccato eccome, piazzando in campo ‘Lucio’ Muriel, ancora e sempre al momento giusto. E, ovviamente, rimanendo a Bergamo, al timone di un’EuroDea che in Europa si diverte e si permette di ‘snobbare’, con la classe delle grandi, la Serie A.
     
    CAPOLAVORO PESSINA- Come la Juve, che arranca e pare spenta contro il Benevento, ma poi cala il tris al Camp Nou (peccato, il sogno di tutti i nerazzurri era scontrarsi con Messi, ora in seconda fascia…). Saranno i grandi stadi, i grandi avversari, sarà che di fronte ci sono Salah e Antony e non Giuseppe Di Serio o Emmanuel Gyasi, ma quest’anno le Big fanno le grandi solo con le grandi. L’Atalanta di Anfield Road fa il paio con quella dell’Amsterdam Arena, per atteggiamento e pazienza, anche se manca ancora quel briciolo di aggressività sotto porta. Zapata non è in condizione, questo è evidente, ma l’Atalanta, in Inghilterra come in Olanda, ha trovato il suo ago equilibratore: Matteo Pessina, che mangia gli avversari sulla trequarti, ma che all’occorrenza copre con maestria il centrocampo. E’ lui l’uomo chiave, l’asso in più che ha fatto e fa la differenza, in questa nuova Atalanta formato Champions.
     
    LOTTAVI TRA I DUE OTTAVI- Un’EuroDea che adesso spingerà gambe, cuore e testa nel campionato, ma che forse, sotto sotto, ha altri obiettivi per il futuro. Per esempio, rinforzarsi a gennaio con terzini ed esterni per provare a superare ancora gli ottavi, magari scrivendo un bel ‘capitolo II la vendetta’ contro il Psg. In Champions la Dea ci sguazza, e alla competizione a cinque stelle (che porta anche cifre a cinque zeri) deve dare la priorità. Per prenotarsi alla ‘Coppa dalle grandi orecchie edizione 2021/2022’ c’è sempre un’altra strada, già imboccata il 15 maggio 2019: la Coppa Italia, altri ottavi di finale, contro il Cagliari a gennaio, per accorciare viale Europa e sognare un trofeo. Che è l’unica cosa che manca oggi all’Atalanta di mister Gasperini.
     

    PAPU&JOJO- Sarebbe stato bello vedere quell’abbraccio a fine gara tra capitano e condottiero, ma speriamo sia solo rimandato. La sbornia da Champions, come il Natale, rende tutti più buoni e inclini al perdono. Come ha detto il Gasp, non serve separarsi dopo eventi traumatici, né dirsi addio al momento sbagliato. E quasi a metà di questa pazza stagione, dove si gioca sempre, c’è il turnover delle indisponibilità e una lotta all’ultima briciola per i primi sette posti, è davvero il momento sbagliato. Questa Atalanta, che ha trovato in Pessina un regista d’altri tempi, ha ritrovato in Muriel un cecchino dalla panca, in Gollini la saracinesca mancata, in Romero un esperto ministro della difesa, ha comunque ancora bisogno della personalità e del sacrificio di Papu Gomez. E delle magie di Josip Ilicic, che a stamattina è l’unico della rosa a non aver celebrato via social la vittoria della Dea, estraneo al campo. Ma, qualsiasi cosa accadrà a gennaio, Malinovskyi, Miranchuk e Lammers sono pronti a stupire e a dire la loro a suon di gol. E se non saranno 98, pazienza: vincere di misura, giocando più male che bene, è affare da grandi.

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