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  • Atalantamania, Juve e Inter state attente: non è un caso se la Dea è lì!

    Atalantamania, Juve e Inter state attente: non è un caso se la Dea è lì!

    • Marina Belotti
    Probabilmente non passerà il girone di Champions, ma in campionato l’Atalanta detterà legge. Qualcuno parla già di lotta a tre allo scudetto e, mentre interisti e juventini se la ridono, la realtà offre una prospettiva tutt’altro che divertente, per loro. La Juve, Spal a parte, ha sempre vinto con un solo gol di scarto e, spesso, con grande sofferenza: un passo falso-prima o poi- è tutt’altro che impossibile. E benché l’Inter dilaghi in un gioco di squadra spietato, per quanto ancora potrà reggere questo ritmo? Domanda retorica per un’Atalanta che la scorsa stagione, con la preparazione cominciata il 1° luglio e una panchina quasi inesistente, ha centrato il 1° posto nell’attacco di Serie A. E domenica si "torna a casa", con la sfida del 'Gewiss Stadium' contro il Lecce, aspettando - da spettatori interessati, strano ma vero - il posticipo tra Inter e Juventus.

    RACCOLTA PUNTI - Per molti - guarda caso tifosi di Juve e Inter - solo un caso, la fortuna della principiante in una stagione costellata dalle debacle di Roma e Milan. Si sbagliano, quattro mesi dopo non è cambiato nulla perché la Dea non è cambiata. Forse è sopravvalutato questo calciomercato che accartoccia temporaneamente un’identità di squadra e necessita di tempo per rodarla e ritrovarla. L’Atalanta ha mantenuto tutto il suo organico-Mancini escluso-e ha rinforzato la panchina. Il risultato? Nell’anno solare 2019 ha fatto più punti di tutte - 54 - Juve compresa. Primo posto per reti realizzate, aspettando il Napoli, nonostante da oltre cinque mesi non giochi una gara in casa ma sbanchi uno a uno gli stadi di mezza Italia. 

    CALCIO TOTALE - Ma quello che più ha impressionato in una gara che il Sassuolo si è dimenticato di giocare, è stato il calcio totale messo in campo da Gasperini. Se i gol di Zapata ormai quasi annoiano, è bene analizzare gli altri: quello della freccia tedesca Robin Gosens è arrivato dopo un’azione d’attacco di ben ventuno passaggi. Per non parlare delle azioni in solitaria del capitano Papu Gomez, che insieme a Gasperini ha avuto pure il coraggio a fine gara di rammaricarsi per il gol subìto e lo spazio concesso nella ripresa, pensando già a migliorarsi ulteriormente. Un discorso che avremmo sentito dalle prime due in classifica dopo un poker? O forse, sopra di due in 13’, non avrebbero spinto altrettanto nei successivi 22’? 

    SEDICI TITOLARI - Non è necessario ricordare che ieri tra i pali stazionava uno Sportiello ‘finito’ - e invece la Dea si ritrova due primi portieri - o che mancava un certo Muriel o, ancora, che la testa sarebbe potuta essere alla prima Champions ‘in casa’ di martedì. Insomma, rischioso sottovalutare questa macchina da guerra da sedici titolari (Malinovskyi, Kjaer, Castagne, Palomino…), allarmante riderci su dando di nuovo la colpa al caso. Mai sottovalutare il nemico-grande o piccolo che sia-la Dea l’ha imparato a proprie spese in quei di Zagabria, e nei primi 35’ di ieri ha imitato i croati e vendicato il poker. Probabilmente non passerà il girone di Champions, ma in campionato sarà lei a divertirsi.

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