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  • Atalantamania: lampo Champions, ora sotto con i veri giallorossi!

    Atalantamania: lampo Champions, ora sotto con i veri giallorossi!

    • Marina Belotti
    Dai, che i sostenitori della Lupa ci erano cascati. Hanno pensato, birra in mano al posto del tè di un inverno che se ne è andato da un pezzo, che è fantastico vincere facile fuori. Un pizzico di impegno, una spolverata di fortuna, il tutto in forno per 45’ ed ecco il piatto forte della Roma. Fumante, sì, di rabbia dopo altrettanti 45’: perché di Dzeko che solo arraffa ogni pallone e di Smalling che si fa in 4 per fermare Papu e Ilicic, son rimaste solo briciole. L’Atalanta ha fatto la sua partita e ora è partita verso i pianeti Champions, distanti anni luce dal gioco spento della Lupa: con un’ipoteca sulla 2020-21 e il sogno dei quarti in Primavera.

    CHE LETTURA!- Eppure la Dea si è attenuta al solito copione che le avversarie ‘dovrebbero’ conoscere a memoria. Tanto possesso, tanto gioco, altrettante occasioni e una frittata della brigata. Chef Hateboer ha la brillante idea di effettuare quel retropassaggio killer, su un piede non suo e a pochi metri dall’area piccola, al Sous Chef Palomino, che condisce la sfera di assist al bomber nemico. Ma, i più attenti ci avranno fatto caso, prima di imoccare il tunnel i due cuochi si sono battuti il cinque. È fatta, dopo il break si inizia un’altra rimonta, specialità della casa. E così, senza pressioni e con tutto da perdere- soprattutto il vantaggio al 4° posto e la supremazia negli scontri diretti- l’Atalanta ha raggiunto il 40% dei punti in rimonta, quasi la metà. Nessuno ha imparato ancora la lezione, ma il Valencia non è la Roma e un errore iniziale potrebbe essere letale.

    PASALICHAMPIONS- Che alti e bassi questa Atalanta, che altalena questo Super Mario Pasalic. L’88 croato, fresco di 25° compleanno, gioca per 90° gare scialbe che decide in negativo- quei rigori in movimento sbagliati...!- e match da cineteca che in 19’’ chiude in positivo. Subentrato, scatta come un fulmine in avanti e dopo soli 7’’ entra nell’azione e squarcia la difesa, la porta e un Pau Lopez sempre più attonito (poveri fantacalcisti). Un colpo di classe che va e viene peggio di una luce a intermittenza, uno dei tanti di questa Atalanta da 6 in condotta la mattina e 10 e Lode la sera. Ma il merito, ancora una volta, è di mister Gian Piero Gasperini, che ha saputo capire e carpire il meglio dai suoi, azzeccando tempi e cambi, mentre Fonseca ammirava in pantofole dell’omonima marca. 

    KEEP CALM AND BYE TURNOVER- Non so bene cosa intendiate per turnover’, dice spesso il Gasp in conferenza. Difficile dargli torto visto che lo stesso Pasalic è spesso in campo, Malinovskyi pure e Muriel anche. I tre cambi di ieri erano tutti titolari per titolari. Con Castagne e Caldara si arriva a 16, la rosa perfetta con cui il tecnico vuole lavorare. Gli unici turnoveristi quindi, Sportiello a parte e in porta, sembrano essere il belga che ultimamente ruota e riposa spesso e il bergamasco ex Milan, in attesa di ritrovare la forma top. Nella Dea non esiste un vero e proprio turnover, e questo è uno degli altri suoi segreti: sarà la squadra ben rodata e con diversi minutaggi nelle gambe a fronteggiare i giallorossi spagnoli. Un Valencia dimezzato dagli infortuni e dalle squalifiche nella Scala del Calcio colma di atalantini per fede e simpatia. Il meccanismo perfetto però si potrebbe inceppare, perché qui un gol realizzato fuori casa pesa. La Dea deve serrare i ranghi e affidarsi al miglior attacco che dice ‘63’, anche senza Zapata. Un nome che parla in spagnolo, contro cui la sua ‘scarpa’ dovrà per forza tornare ad affondare in rete. Per ora è una mosca bianca in volo verso la Moschea Blu.

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