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  • Atalantamania: morto un Papu se ne fa un altro

    Atalantamania: morto un Papu se ne fa un altro

    • Marina Belotti
    Rassicuriamo tutti, Alejandro Dario Gomez è vivo e vegeto, sta morendo solo di caldo in quei di Ibiza, patria estiva di ogni calciatore che si rispetti. E lui, numero 10 argentino eletto a capitano in una Dea europea che ha fatto impensierire Sampaoli per la lista Mondiale, è proprio il calciatore che si rispetta e si teme in campo. Eppure, da quel successo al ritmo di ‘Baila Como El Papu’, l’affanno nerazzurro per trattenerlo oggi si è sopito. Anzi, forse alla Dea conviene di più che altre giocate divine battezzino la porta del santuario bergamasco.
     
    GO-GOMEZ- In realtà, conviene prima di tutto al folletto nerazzurro, che a Bergamo ha creato una palestra e una piadina, lasciare la piazza orobica. Per il suo sogno Champions, che non si realizzò l’anno scorso seppur con la medaglia di legno al collo, e per l’ingaggio che schizzerebbe ai 2 milioni più bonus dall’attuale 1,7. Pochi giorni fa si era parlato di un adeguamento di contratto fino al 2023 ma, in questo mondo social di giornalisti-calciatori, le sue faccine perplesse su Instagram hanno dato la smentita. Perché il Papu è al giro di boa dei trent’anni e la Lazio lo cerca da tempo per il dopo Anderson, con la promessa Champions 2019. Uno stimolo che gli manca in maglia nerazzurra, quella sotto cui la schiena ha fatto crack e le performance sono calate: un disco rotto, peccato sia andato in frantumi anche il tiro dischetto.
     
    DIO IN TERRA- Il pistolero di Dio è il falco, l’ha detto Stephen King, ma quello della Dea è un Falque. Spunta questa punta che, a differenza del fantasista nerazzurro, è nata solo per segnare. Patron Percassi, che non tratterrà il suo gioiello se impaziente di varcare Città del Vaticano, mette mano alla calcolatrice. Minimo, dalla Lazio intascherà 7 milioni, che potrebbero tranquillamente arrivare a doppia cifra, con 4 milioni lordi risparmiati sullo stipendio dell’argentino. Già 11 milioni sulla carta: il prezzo dell’ala destra spagnola che toglie due anni al Papu e vanta 40 presenze in campo, 14 gol e 10 assist, è di solo due milioni in più. Per di più che il granata famigliarizza già con il Gasp, suo estimatore fin dai tempi al Genoa, sotto la cui egida ha realizzato 19 tra assist e reti. Ansaldi lo dà già per partente: “Come ti piace vendere fumo fratello…” chissà se si riferiva alla fumata bianca attesa a giorni a Zingonia.
     
    CHI VIENE E CHI VARNIER- E intanto l’Atalanta si fa sempre più baby con la firma di Marco Tumminello, uno che alla Roma Primavera segnò 19 gol, quattro in meno di Barrow per intenderci. La sua prima rete in A l’ha trafitta proprio all’Atalanta, prima di rompersi il crociato, e ora non vede l’ora di mettersi in mostra in area piccola. Con un balzo all’indietro nel rettangolo verde e nerazzurro, è un altro Marco il candidato numero 1 al dopo Caldara. Ma Varnier al momento ha visto solo due rossi: l’espulsione dal campo e dai Playoff col Cittadella e il colore del semaforo impostogli dal Sassuolo, soffocandolo in attesa di un suo sì che forse preferirebbe pronunciare in Europa League.
    Ma ora il mercato decolla e vola alto: la Dea pensa a Falque, il Papu all’aquila reale.

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