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  • Atalantamania: occhi sul mercato con dei dubbi ‘Piccini’

    Atalantamania: occhi sul mercato con dei dubbi ‘Piccini’

    • Marina Belotti
    Mancano cinquanta giorni alla sessione invernale del calciomercato bis a prova di Covid, con mascherine e distanza sociale. Eppure la Dea è già vicinissima alle priorità trascritte su una lista dei desideri che anticipa una Befana di 48 ore. L’attacco è off-limits- anzi, chissà se qualcuno partirà stufo di accontentarsi di scampoli di gara qua e là-si interverrà su centrocampo e difesa, con un SOS speciale per esterni e terzini. Mister Gasp è stato chiaro: contro le Big d’Italia e d’Europa è pronto a invertire la rotta e cambiare modulo, coprendo maggiormente mediana e retroguardia. I precedenti gli danno ragione: con Ajax e Inter ha recuperato 2 punti da un doppio svantaggio grazie alla difesa a 4, rischiando pure di acciuffare la vittoria in extremis. La sua rosa da 386,65 milioni, su cui brilla uno Zapata da 40 carati, va arricchita con altri centrali mentre si potano i rami secchi. Uno su tutti Cristiano Piccini. Ma che fine ha fatto?
     
    ALTRO CHE PROBLEMI PICCINI…- Si sa, mister Gasp non ha mai amato le rose lunghe, figurarsi quelle con petali appassiti. Eppure quel ventottenne arrivato dalla Spagna con amore, e una rotula in meno, dopo settimane nel dimenticatoio riaffiora alla mente a 7 giorni dal prossimo impegno dell’Atalanta, sabato 21 novembre alle 18 contro lo Spezia. Perché il terzino destro toscano un aquilotto lo è stato per un anno intero, quando nella stagione 2012/13 timbrò 30 presenze da titolare in Serie B, condite pure da 2 assist. E fino a prima del crack al ginocchio destro non gli andò male nei vari campionati: 23 volte in campo col Betis, 24 con lo Sporting, 23 col Valencia, 3 nella Nazionale, l’ultima il 23 marzo contro la Finlandia, primo match valido per la qualificazione a Euro2020. Poi il maledetto infortunio in allenamento, la corsa in ambulanza e la diagnosi che quel 28 agosto arriva brutale ma meno crudele della realtà: dal probabile stop per ‘buona parte della stagione’, Piccini arriverà a non rivedere il campo per oltre 15, lunghissimi, mesi. L’ultima partita da titolare risale al 24 agosto 2019, eppure quel 9 settembre, a Zingonia, la firma in calce a un nuovo inizio sembrava promettere un futuro diverso: “Grato per la fiducia dopo un anno difficile”, scriveva Piccini su Instagram, “Sono pronto”. 
     
    IL SILENZIO E L’ENIGMA- Eppure, per il tecnico di Grugliasco, pronto non lo è mai stato e la fiducia si è persa tra ‘lavori a parte’ e ‘recuperi personalizzati’. L’11 e il 16 settembre, via social, il neo atalantino mostra fiducioso i suoi progressi in allenamento. Poi, il buio. Dopo venti giorni dalla famosa firma, l’entourage bergamasco è costretto a prendere i ripari in extremis con Depaoli. Risultato: il primo non è mai convocato, nemmeno nella terza fila della panca, il secondo invece lì rimane e rimarrà, deludente in campo. Ma l’importanza di chiamarsi esterno, in una squadra votata all’attacco come la Dea, è basilare e un rinforzo serve, ancor più dopo che Hateboer ha preso 4 punti. Peccato, perché Piccini-ufficialmente ancora fuori condizione- era nato proprio per fare il terzino destro in una difesa a quattro, quella degli ultimi esperimenti gasperiniani. Ora il suo nome potrebbe venir presto rimpiazzato da quello di un diciannovenne, Fabio Baptista.
     
    I NUOVI NOMI- L’esterno Under 20 del Benfica B è un portoghese non troppo alto ma di talento, già seguito da Aston Villa e Crystal Palace, 5 presenze e 1 assist fin qui in stagione. Davanti a Gollini, dove si pensa se riscattare per 15 milioni dal Milan quel Caldara troppo spesso infortunato, si presenta Marco Kana, diciottenne difensore dell'Anderlecht. La stessa squadra belga dove milita un altro obiettivo dei nerazzurri, Yari Verschaeren: talento belga classe 2001, è definito in patria il ‘nuovo Hazard’ per l’abilità con cui padroneggia e orchestra il centrocampo e per i suoi dribbling eleganti. Infine c’è lui, Thiago Almada, fantasista classe 2001, argentino dal baricentro basso, che sulla trequarti sembra bailare proprio como el Papu.

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