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  • Atalantamania: per la Dea non c’è Var, capolista frenata con squadra decimata!

    Atalantamania: per la Dea non c’è Var, capolista frenata con squadra decimata!

    • Marina Belotti
    Perfino il Napoli si è scomodato a fare i complimenti. Il big match che doveva essere ricco di gol e invece è finito a reti bianche, ha saputo regalare spettacolo senza pretese, proteste o calcolate perdite di tempo. Un evento eccezionale di questi tempi. Tant’è che in pochi si sono accorti del tocco scomposto di D’Ambrosio che intercetta la sfera di Pasalic. Non sa dove si trovi il pallone, magari pure nell’area opposta, chissà, e se non mette le mani in quel modo potrebbe cadere all’indietro, sia mai. Ma l’aspetto da analizzare ai raggi X, sia per la quarta che per la prima in classifica, è che l’Atalanta è riuscita a reinventarsi, un’latra volta, fermando la candidata al titolo senza sette titolari a disposizione. A un’ora dal match, distinte alla mano, il 2 era quasi scontato. ‘Cosa è andato storto allora?’, dovrebbe chiedersi l’Inter. ‘Quante vite ha questa Atalanta, in piena emergenza?’, riflette soddisfatto il Gasp.
     
    IL MODULO- La difesa a quattro ha retto, la mediana a due si è compattata facendo rimbalzare Brozovic e Barella, il tridente ha inventato, sorpreso e rotto le linee per servire Muriel e spaventare Handanovic, il migliore in assoluto del match. Certo, questo inedito 4-2-3-1 non ha regalato la classica aggressività, le occasioni a valanga, ma la Dea ha saputo salvarsi e salvare il quarto posto Champions. Come a ottobre, in piena emergenza infortuni. L’Atalanta dalle mille vite ha svelato un’altra faccia, intensa e compatta, che ha mandato in tilt la prima della classe. Ma grande merito va, oltre allo sperimentatore Gasperini, ai nuovi innesti che hanno fatto la differenza.
     
    I PROTAGONISTI- Se a inizio stagione si vociferava che Pezzella fosse da Serie B, ora si sente perfino qualcuno accostarlo alla Nazionale. La verità è che l’esterno-terzino piombato a Zingonia d’estate come rinforzo da panchina, ha sconvolto pubblico e addetti ai lavori: l’infortunio di Gosens ha messo in luce le sue qualità in fase di copertura e recupero palla, le sue chiusure pulite, la sua corsa, la sua duttilità, la sua voglia di lavorare, crescere e migliorare sensibilmente, partita dopo partita, anche contro i giganti. Fenomenale come Musso, che a dispetto delle voci si è ripreso i guantoni, 10 milioni per mano, con cui ha deviato i missili dell’attacco milanese. Mentre Koopmeiners, dalla parte opposta dell’area, si candidava a playmaker perfetto sdoppiandosi tra mediana e area piccola. Un pareggio che, a conti fatti, vale una vittoria. Ottenuta senza un’altra squadra titolare: capitan Toloi, il vecchio e il nuovo goleador Gosens e Maehle, Hateboer sulla fascia, e il super tridente Malinovskyi-Ilicic-Zapata. E nessuno che si è lamentato, ma solo il Napoli se ne è accorto.
     

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