Atalantamania: volete Zapata? Dateci Milik!
MICA MALE MILIK- Visti così, uno accanto all’altro, noti subito le differenze: il panterone è più alto e grosso, ma ha anche lo sguardo serio di chi ha vissuto qualche anno in più. Eppure, le due punte centrali non sono così dissimili sul piano del gioco. “Zapata andrà via solo per cinquanta-sessanta milioni”: le cifre Percassi le ha fissate da un po', De Laurentiis risponde “Ok, il prezzo è giusto”, ma non si smuove. Nessuno sembra pensare all’ipotesi più ovvia e semplice, per far contenti tutti: la contropartita. Dare via Zapata, che comunque vale quaranta milioni, spaccherebbe i cuori nerazzurri e la punta di un tridente da miglior attacco d’A, ma se al suo posto venisse Arkadiusz, guarda caso anche lui del pari valore di 40 milioni, in tanti si toglierebbero il sassolino dai tacchetti. Milik vegeta ormai da tre anni all’ombra del Vesuvio, un cambio di residenza potrebbe giovargli: classe ’94, in 47 presenze ha insaccato 20 volte, fornendo 4 assist. Qualche numero in meno di Zapata, è vero, ma la continuità- infortunio a parte- è dalla sua e c’è un dato che lo avvicina più di tutti allo scalo di Orio: il meglio di sé, l’ha messo in campo con l’Ajax. Capello e il The Guardian l’hanno detto: ‘L’Atalanta gioca come l’Ajax!’.
MURIEL SULLE MURA- E se sognare non costa nulla, a differenza dei cartellini di certi giocatori, ecco che un altro nome arriva all’orecchio destro bergamasco (nel sinistro c’è sempre l’inno Champions, s’intende): Luis Fernando Muriel Fruto. Un altro attaccante, colombiano come Zapata, nato solo quindici giorni dopo il panterone neroblù. Un colpaccio questo, se andasse in porto e in porta. Il CR7 di Bergamo che detta le leggi del mercato, GPG-Gian Piero Gasperini, ha alzato il pollice e il Siviglia sembra pronto a rigirarlo. Del resto, patron Percassi ha appena delineato le date del ritiro atalantino, e all’ultimo minuto sembra abbia aggiunto- ai primi d’agosto- una tappa proprio in Spagna. Prima Clusone (dall’11 luglio), poi l’Inghilterra (per sondare Chelsea, Manchester, Liverpool…), ma il telefono gli vibra in continuazione. Anche con Muriel, alla Dea serve un’altra punta di lusso che ricariche le pile di un trio d’attacco a cui spetta un triplice fronte aperto tra Champions, Coppa e campionato.
SIRENE IN DIFESA- E poi occhi aperti sulla difesa, perché se davvero i dirigenti Uefa dessero alla Dea quell’agognata licenza per disputare le gare Champions nel 'Gewiss Stadium a metà', niente figuracce. I black-out difensivi, i sonnellini sul più bello, non devono accadere con la sfera zeppa di stelle ai piedi. Serve un ricambio difensivo, anche duplice: la qualità di Mancini si è vista nell’Italia- Dzeko comunque è un osso duro- ma le retrovie veterane e d’esperienza nerazzurre necessitano di soldati freschi e rampanti. Uno di loro sarà il difensore del Sassuolo Gian Marco Ferrari? Se corre senza pit-stop come il cognome suggerisce, ben venga. Ma per ora è l’ennesimo nome, in attesa che il 1° luglio il semaforo si colori di Verde. Ah, già, Verdi, un altro nomen omen accostato alla Dea, Regina di questo pre-calciomercato.