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  • Balotelli ha il diritto di sbagliare un gol (e Platini lo difenda dai razzisti)

    Balotelli ha il diritto di sbagliare un gol (e Platini lo difenda dai razzisti)

    Il bello del calcio è che non ha memoria. Quantomeno, per molti fra coloro che lo seguono. Non si spiegherebbe altrimenti il nuovo caso Balotelli, fino all'altro ieri titolare a furor di popolo della Nazionale di Prandelli, ora scaricato come fosse un pacco postale.

     

    Mario a Danzica ha sbagliato un gol clamoroso. A tu per tu con Casillas, ha perso l'attimo propizio e, subito dopo,  è stato sostituito con Di Natale che ci ha messo tre minuti per segnare.

    L'errore di Balotelli è stato madornale, lo spreco evidente, l'occasione irrimediabilmente perduta. E' successo anche a Messi, Maradona, Van Basten, tanto per fare nomi. Ma a Mario non si perdona nulla. 

    Una grandinata di critiche si è abbattuta su di lui. Chi ne invoca l'esclusione definitiva dalla squadra titolare. Chi si domanda perchè sia stato portato agli Europei. Chi, ancora, tracima nel socio-psicocologico-pedagogico e contrappone il ragazzo del City, definendolo il figlio tamaro che torna a casa tardi dopo la discoteca, alla maturità di Antonio Di Natale, dipinto come il padre che, aspettandone il rientro, si allena coscienziosamente per sfruttare ogni occasione al posto suo.

    Una sarabanda di critiche e lezioni comportamentali che non sta né in cielo né in terra: Balotelli ha sbagliato un gol e ne ha tuttoil diritto, senza che il mondo gli caschi addosso. E se, giovedì contro la Croazia, partirà in panchina, vorrà dire che in questo momento secondo Prandelli è meno in forma del capitano dell'Udinese. O no?

    Piuttosto, Platini e l'Uefa difendano Mario dai razzisti. Domenica sera, a Danzica, ce n'erano trecento annidati fra i tifosi spagnoli. I loro cori e il loro atteggiamento incivile è stato scambiato per una goliardata dagli steward. Delle due l'una: o gl steward ci prendono per scemi o hanno problemi di connessione mentale. L'Uefa ha promesso di aprire un'inchiesta e di vigilare. E' questo che ci preoccupa.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

     

     

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