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  • Benzema super, ma non vince da solo: il Real Madrid è stellare e cinico. Il Chelsea sta lentamente scomparendo

    Benzema super, ma non vince da solo: il Real Madrid è stellare e cinico. Il Chelsea sta lentamente scomparendo

    • Giancarlo Padovan
    Il Chelsea sta lentamente scomparendo. Battuto in casa dal Brentford (1-4), sabato scorso, in Premier, cade per la seconda volta sempre a Londra per mano di Benzema (tre reti), la parte per il tutto in un Real Madrid stellare e cinico allo stesso tempo. Stellare per l’intero primo tempo in cui, pur non avendo sempre il controllo del pallone, ha costruito quattro sontuose occasioni per andare in gol (di cui due realizzate). Cinico perché nella ripresa ha colpito velenosamente su un doppio errore del portiere Mendy e del suo compagno Rudiger e poi ha lasciato fare la partita agli inglesi difendendo con ordine, perizia e pulizia. Senza mai soffrire, va detto, ma anche senza farsi vedere più nell’altrui metacampo.

    Così è finita 3-1 per la squadra di Carlo Ancelotti e, tranne sconquassi imprevedibili, con una semifinale già prenotata dagli spagnoli. Per me - sia chiaro - favoritissime alla vittoria finale sono Manchester City e Liverpool, tuttavia Carletto è pur sempre l’allenatore che ne ha vinte tre con due squadre diverse e che, proprio con il Real Madrid, ha conquistato la Decima. Certo, avremmo visto un altro secondo tempo e, forse, avremmo avuto anche un risultato diverso se, sull’ 1-2 e, passati appena 48 secondi dalla fine dell’intervallo, il portiere Mendy, affiancato da Rudiger, non avesse combinato il pasticcio dell’anno. Intento a controllare un comodissimo lancio lungo della difesa madridista, Mendy è uscito fin quasi a metacampo e con estrema superficialità ha toccato corto - troppo corto - per Rudiger che si aspettava un altro tipo di passaggio e soprattutto non pensava di essere braccato dappresso da Benzema. Il francese ha rubato palla al portiere, l’ha difesa dal centrale e poi, con un tocco rapinoso, l’ha mandata nella porta vuota per il gol del sigillo.

    Tuchel ci è rimasto di sasso. Aveva appena cambiato due uomini (Christensen per Kovacic e Kantè per Ziyech), rimodellato la difesa (da tre a quattro con l’arretramento di James e di Azpilicueta), in pratica passando dal 3-4-2-1 al 4-3-3 e un marchiano errore individuale gli mandava a carte quarantotto una strategia che, verosimilmente, lo avrebbe dovuto portare al pareggio se non a qualcosa di più. C’era da rimanerne stroncati e, in effetti, il Chelsea non si è più rialzato. Avrebbe potuto farlo nel caso in cui, meno di quattro minuti dopo, Azpilicueta avesse segnato. Invece, su un formidabile tiro da fuori di collo pieno, l’ex Courtois (contestato da tutto Stamford Bridge) è volato all’angolo smanacciando il pallone fuori dalla porta.

    Tuttavia il Chelsea la partita l’aveva persa nel primo tempo. E se è vero che il gol di Havertz (40’, colpo di testa su cross di Jorginho) gli aveva dato fiato e coraggio, è altrettanto vero che lasciare quattro ripartenze al Real è davvero troppo per pensare di farla franca. Già al 10’, un pallone perso a metacampo, sulla sinistra, da Azpilicueta, aveva permesso a Benzema e a Valverde di duettare per andare vero la porta avversaria. Il passaggio finale è stato per Vinicius che, saltato Thiago Silva, ha sparato contro la traversa. Esattamente dieci minuti dopo (20’), ma dalla parte opposta (la destra per la difesa inglese), un prodigioso scambio Benzema-Vinicius-Benzema è stato chiuso dal capitano del Real con un colpo di testa violento che, anche per la sua potenza, ha completamente sorpreso Mendy. Tre minuti (23’) e chirurgicamente è arrivato il raddoppio. Ovviamente ancora di Benzema e sempre di testa. Questa volta il cross è stato di Modric, ma la capocciata ad incrociare sul palo lontano del portiere dà l’idea della prodezza dell’attaccante.

    Il Chelsea non c’era, nonostante tenesse di più la palla e cercasse cambi di fronte, improvvisi o elaborati, in modo da aprire qualche varco nell’ermetica retroguardia spagnola. D’accordo il gol di Havertz che ha riaperto la partita, ma va ricordato pure come Benzema, sempre su assist di Vinicius, abbia mancato, questa volta di piede, una tripletta rinviata solo all’inizio del secondo tempo. Tuchel è bravo, ma ieri ha sbagliato. Non aveva senso schierare Christensen, un centrale, che dovendo scivolare fin sulla fascia, veniva infilato dalla velocità di Vinicius (anche perché James lo ha aiutato poche volte). Non ha funzionato Azpilicueta esterno di centrocampo, e per di più a sinistra, perché ha trovato Valverde, uomo di corsa e di gamba, che lo metteva sempre in difficoltà. Quando l’allenatore tedesco del Chelsea si è corretto, il portiere e Rudiger lo hanno tradito

    Detto tutto questo, Benzema è assolutamente straordinario. La sua seconda tripletta consecutiva nella Champions di quest’anno lo ha portato a quota undici gol su otto partite, 82 complessive nella manifestazione continentale più importante. Non vince le partite da solo, questo no, perché il Real ha una buona batteria di palleggiatori, ha cursori creativi e una difesa agguerrita. Però con Benzema, come con il Ronaldo di qualche anno fa, si parte sempre con uno o due gol in cascina. Nell’ultima mezz’ora c’è stato spazio anche per Lukaku (al posto di Pulisic) e di Loftus-Cheek (per Jorginho). Il Chelsea è passato al 4-2-4 mentre Militao, dall’altra parte, ha preso il posto dell’ acciaccato Militao. Ultimi fuochi per il Chelsea. Un colpo di testa di Lukaku (fuori, mezzo gol mangiato al 68’). Un tiro al volo di Mount (alto di una spanna al 69’), un’altra respinta di Courtois (conclusione di James all’83’). Notiziona finale: Bale ha sostituito Benzema negli ultimi cinque minuti di tempo regolamentare. Visto che il gallese non gioca mai è quasi un evento. Che ha fatto sorridere perfino l’interessato.

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