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  • Beunardeau a CM: 'Il virus ha cambiato il calcio. Ecco i segreti della Francia. Vorrei giocare in Serie A, Rabiot...'

    Beunardeau a CM: 'Il virus ha cambiato il calcio. Ecco i segreti della Francia. Vorrei giocare in Serie A, Rabiot...'

    • ET
    Il coronavirus ha cambiato la vita di tutti, ma sta cambiando, soprattutto, quella dei calciatori e delle squadre dei più importanti campionati europei, costrette a far fronte a un'emergenza unica e, spesso, incastrate in problemi di gestione economica in cui si fatica a vedere un futuro. È il caso del Deportivo Aves in Portogallo i cui problemi economici erano già gravi al punto da non pagare gli stipendi dei calciatori già prima della crisi che sono arrivati a svincolarsi per i mancati emolumenti. Uno di questi è Quentin Beundreau, portiere francese classe 1994, nazionale di tutte le selezioni Under fino all'Under20 della Francia, e oggi svincolatosi dal club portoghese. Calciomercato.com lo ha intervistato in esclusiva.

    Partiamo dalla fine, ha rescisso da poco il suo contratto con l'Aves in Portogallo si dice per colpa del Coronavirus. Cosa non ha funzionato?
    "Ciò che non ha funzionato è che il club non ci ha pagato per 3 mesi, quindi avevo tutto il diritto di recedere dal contratto che avevo con loro. A me questo club piaceva molto, ma ora non mi fido più".

    Il COVID-19 ha cambiato la vita di tutti noi, come sta vivendo questo periodo? Prosegue con gli allenamenti in casa? 
    "Ovviamente il coronavirus ha cambiato la vita di tutto il mondo. Dal primo giorno in cui abbiamo smesso di giocare a calcio io ho iniziato ad allenarmi a casa da solo. Mi tengo in forma per essere pronto il giorno in cui un club mi chiamerà per giocare".

    Pensa che la Federcalcio francese abbia fatto bene a fermare definitivamente la Ligue 1 e la Ligue 2?
    "Per me questa è la soluzione migliore che avrebbero potuto prendere. È molto rischioso continuare a giocare e per me la salute deve venire prima del calcio". 

    Con la sua generazione la Francia ha avviato un nuovo ciclo che ha portato alcuni suoi compagni ex-compagni di Nazionale a diventare Campioni del Mondo. Qual è il segreto del movimento francese?
    "Penso che il segreto sia un duro lavoro e la perseveranza. Non posso far altro che togliermi il cappello davanti ai risultati che stanno ottenendo. Hanno fatto qualcosa di straordinario. Credo che la base di partenza sia che in Francia lo sviluppo di giovani talenti avviene molto presto. La competizione è molto alta e il fatto che molti giovanti calciatori giochino fin da piccoli nei principali campionati d'Europa fa la differenza per la nostra nazionale maggiore. I risultati si vedono". 

    Ha giocato, spesso da titolare, in tutte le nazionali della Francia fino all'Under 20. Ha giocato con Laporte, Mendy, Martial, talenti che ora sono nelle squadre più importante d'Europa. Che ricordo ha di loro?
    "Ricordo che erano giocatori di grandissimo talento. La prova è infatti che oggi si trovano tutti o quasi nei club più al top. I miei ricordi più cari con loro rimarranno sicuramente l'Europeo e il Mondiale Under 17, ma anche l'Europeo Under 19 dove abbiamo perso purtroppo in finale (con la Serbia di Milinkovic-Savic ndr.).

    Fra i compagni di Nazionale c'era anche Adrien Rabiot che oggi gioca nella Juventus. Si vedeva già allora che era già così pronto? C'è un aneddoto che si può raccontare su di lui?
    "Per quanto riguarda Adrien forse non sono la persona migliore per poterlo giudicare. Quello che posso dire è che era un ragazzo con cui mi piaceva stare, è una brava persona e un calciatore di grande talento".

    Il ricordo più bello e il rimpianto più grande in carriera?
    "Il ricordo più bello? Beh ne ho diversi. Per cominciare direi il mio primo contratto professionale con il Le Mans club in cui sono cresciuto e poi il mio debutto con l'Aves contro il Porto nella supercoppa portoghese. Ma ne ho molti altri. Il mio più grande rammarico? Forso proprio la finale dell'Europeo Under 19 con la Serbia, ma anche il fallimento del Le Mans nel 2013". 

    Torniamo al tuo futuro: se ripartissero i campionati sarebbe pronto a tornare in campo subito o forse è meglio aspettare la prossima stagione?
    "Non è importante ciò che preferisca o meno, vorrei semplicemente riprendere al più presto, ma ora devo comunque aspettare la stagione 2020/2021. Non vedo l'ora che inizi". 

    Ora che è libero da contratto c'è un paese in cui le piacerebbe giocare?
    "Non ho un campionato in particolare, sono pronto. Devo dire che mi è piaciuto molto il campionato portoghese. Se devo essere onesto, vorrei giocare in un club più grande e importante del Deportivo Aves. Ma sono pronto a valutare tutte le proposte purché partano da un progetto sportivo impostante".

    So che in passato sei stato vicino a firmare con un club italiano (la Sampdoria ndr.)… C'è la Serie A nel suo futuro?
    "Il campionato italiano è molto importante, chi non vorrebbe giocare in Italia? La serie A e il suo calcio sono molto interessanti. È un paese con una storia di grandi portieri, anche oggi ce ne sono parecchi. Sono sicuro che mi piacerebbe giocare in Italia. Ma come ho detto, la cosa più importante sarà il progetto sportivo che mi presenteranno, indipendentemente dal paese".

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