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  • Milan, le 5 accuse a Berlusconi e Galliani

    Milan, le 5 accuse a Berlusconi e Galliani

    • Federico Albrizio
    Non si sono ancora calmate le acque dopo la turbolenta assemblea dei soci avvenuta ieri a Casa Milan, un'assemblea di prime volte: la prima volta in cui la sospensione per rispondere alle domande degli azionisti è durata più di un'ora, la prima volta in cui l'APA (l'Associazione Piccoli Azionisti) ha proposto un Cda alternativo seppure senza speranze di approvazione, ma soprattutto la prima volta in cui le accuse ad Adriano Galliani e Silvio Berlusconi per la gestione degli ultimi anni si sono fatte feroci. Dal bilancio al mercato passando per il marketing e la questione stadio: ecco ricapitolate tutte le accuse degli azionisti alla società rossonera.

    PERDITA, DIPENDENTI E FONDI NON CHIARI - I numeri sono i primi ad essere osservati e criticati: il calo del fatturato da 233 a 221 milioni di euro e le perdite per 89,3 miliardi, tanti troppi per gli azionisti ai quali non bastano come giustificazioni i mancati risultati sportivi e la situazione economica del mercato globale. Secondo punto a finire sotto osservazioni le enormi spese per il personale, 145 dipendenti con un costo medio per l'azienda di oltre 800mila euro l'anno: anche qui forti critiche e richieste se vi siano piani di ottimizzazione o riduzione di costi e numero del personale, ritenuto dai piccoli azionisti ben oltre il numero realmente necessario. Perplessità anche su alcune voci, dal saldo positivo, nel bilancio: in particolare un contratto con un partner commerciale che frutta al Milan 5,7 milioni di euro senza che sia specificato il nominativo, non rivelato anche a fronte della richiesta dei soci durante l'assemblea.

    MERCATO FLOP E ZERO RISULTATI - I numeri riguardano anche il mercato, la cui gestione è stata definita senza mezzi termini fallimentare tanto da indurre gli azionisti anche all'uscita da Casa Milan a chiedere 'la testa' di Galliani. Oltre a storici peccati come l'acquisto di Matri dalla Juventus per 11 milioni di euro, molte perplessità sono state generate dai costi accessori dei calciatori, ossia le commissioni per i procuratori: casi eclatanti i 5 milioni di euro per Luiz Adriano (da aggiungere agli 8 spesi per il cartellino) e gli 8 milioni per Rodrigo Ely (arrivato a parametro zero). Spese ingenti che hanno fatto lievitare ben oltre i 100 milioni di euro le spese effettive per lo scorso mercato estivo, spese che però da anni non hanno riscontro sul campo: il Milan non rende, dopo due anni fuori dalle coppe europee quest'anno è in lotta per difendere il sesto posto, un risultato ancora una volta al di sotto delle aspettative.

    MARKETING: IL CASO HAKA - Non mancano poi attacchi al marketing: se i ricavi commerciali sono i più alti in Serie A e ci siano margini di miglioramento, sono aspramente contestate alcune scelte che hanno messo alla berlina, secondo gli azionisti e molti tifosi, il marchio Milan: il riferimento va in particolare all'haka esibito nell'ultimo match casalingo, un'iniziativa pubblicitaria che ha mandato su tutte le furie proprio la Nuova Zelanda, patria degli All Blacks (nazionale di rugby), e di conseguenza attirando forti critiche da molti media esteri. Qualche perplessità anche sull'utilità di Casa Milan, fugati tuttavia questa volta dai numeri: oltre 600mila visitatori per 6,4 milioni di euro di ricavi, numeri incoraggianti in fase di start up.

    SAN SIRO, PORTELLO E NUOVO STADIO - Non poteva essere dimenticata la delicatissima questione stadio, suddivisa in tre argomenti diversi. Il primo riguarda la gestione di San Siro che tra affitto al Comune di Milano, quota da versare a M-I Stadio Srl e manutenzione costa circa 8 milioni di euro l'anno ai rossoneri: una spesa enorme che non viene ripagata vista l'affluenza sempre più inl calo, da qui allora l'esigenza di un nuovo stadio. Si apre la seconda questione, il nulla di fatto nel tentativo di costruire nell'area del Portello che ora rischia di costare carissimo al Milan: non bastassero gli investimenti fatti per rilievi e preparazione dei progetti, c'è un contenzioso con Fondazione Fiera che chiede 36 milioni di euro ai rossoneri; difficilmente verrà accolta la richiesta della Fondazione, si arriverà a un compromesso che comunque porterà via altra linfa alle casse della società. L'unica rassicurazione fatta da Galliani agli azionisti è che un nuovo stadio resta nelle priorità del Milan, dove come e quando però è ancora impossibile da dire, molto dipenderà dall'eventuale cessione della società e dalla volontà dei nuovi investitori.

    CDA ASSENTE E POCA CHIAREZZA - Se le accuse precedenti vertevano principalmente sui numeri, l'ultima riguarda le persone e in particolare quelle che compongono il Cda del Milan. Galliani ha incassato gli attacchi verbali dei soci per tutta l'assemblea, ma gli è stato riconosciuto il merito di essere sempre presente per mettere la faccia nei momenti di difficoltà: lo stesso non hanno potuto dire gli azionisti dei restanti consiglieri, soprattutto di Barbara Berlusconi. La figlia del presidente avrebbe dovuto essere presente, sempre secondo gli azionisti in assemblea, per rispondere alle domande e alle critiche sull'area marketing, quella di sua competenza, e su Casa Milan e la questione stadio al Portello, suoi cavalli di battaglia. Un silenzio che fa infuriare i rossoneri, un silenzio che si innesta in un contesto di scarsa chiarezza denunciato dagli azionisti: i partner commerciali non dichiarati (citati in precedenza), l'assenza del Cda nei momenti chiave e risposte elusive e per nulla esaustive alle richieste dei soci, questa l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e spinto l'APA al forte gesto, seppur simbolico, di dare voto contrario alle proposte Fininvest proponendo un proprio Cda e chiedendo a gran voce la cessione del club e la rivoluzione nella dirigenza.

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