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  • Biraghi, storia di una rivincita. Gli haters sui social e la Nazionale

    Biraghi, storia di una rivincita. Gli haters sui social e la Nazionale

    C’era ancora Davide - scrive La Repubblica - e fu lui a passargli il pallone. Cristiano non stette molto a pensarci, il sinistro è la sua regola, farlo esplodere la sua voglia di sempre. E fu con quel tiro nella porta di Sorrentino che Cristiano Biraghi tagliò il traguardo, arrivando prima delle sue paure e della sua rabbia, quella che per mesi gli aveva vestito il cuore. Oggi il mancino di fascia si è tatuato DA 13 sulla pelle, perché un vero amico resta amico per sempre. Lui è uno di quelli che Pioli ha trasformato col lavoro duro.
     
    SMARRITO - Un ex difensore - continua il quotidiano - che parla a un giovane difensore che forse a 25 anni sta trovando se stesso. Illuso dall’Inter e poi frullato in prestito in molteplici ovunque, Biraghi si stava infilando i panni del talento smarrito. (…) Il bravo allenatore sa vedere il giocatore oltre il presente e visto che gli svarioni difensivi erano per lui un must è bastato mettersi a lavorare con costanza per tirare la testa fuori dall’ombra. (…)Certo, i giorni duri sul campo ci sono stati. E lo stesso Biraghi ne sa qualcosa.
     
    ACCUSE - Fu lui a ribellarsi a una valanga di insulti piovutagli addosso sui social dopo la partita di andata col Chievo, quella dove aveva commesso errori abbastanza plateali con tante grazie da parte di Castro, che con una doppietta lasciò a terra la Fiorentina: “Ai leoni da testiera dico di tapparsi la bocca”. Beh, e poi? Poi tanto lavoro e molto silenzio, anche se nello spogliatoi lui ha il suo peso, perché le battute, la capacità di sdrammatizzare e di ripartire subito con entusiasmo sono la sua forza. (…)
     
    RISCOSSA - Così gli haters hanno dovuto arrendersi - conclude La Repubblica - e la convocazione per lo stage in nazionale ha suggellato il lavoro suo e del suo tecnico, perché il calcio è anche questo. (…) Biraghi ha capito che la vita può girati le spalle, ma se corri forte il sorriso te lo puoi riprendere. Lo scatto in avanti del terzino, in fondo, somiglia alla storia di questa Fiorentina. Un piccolo miracolo, appunto.

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