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  • Bolognamania:| La rivoluzione di Pioli

    Bolognamania:| La rivoluzione di Pioli

    Domenica contro il Catania Stefano Pioli ha dimostrato che difendere a tre a Bologna si può. Sembrava un tabù, dai tempi del trio Falcone-Fresi-Castellini targato Guidolin: l'esperimento era durato una partita in B e una partita in A con Arrigoni, una partita con Papadopulo, una con Malesani. Quattro rovinose sconfitte e repentino ritorno alla difesa a quattro. Invece contro il Catania il 3-4-1-2 modellato dal tecnico rossoblù ha avuto successo. E che successo, contando che una delle difese più perforate del campionato non ha subito tiri verso la porta di Gillet: c'è anche il demerito di un Catania irriconoscibile rispetto a quello del 2011, ma il nuovo modulo funziona eccome, e quella che pareva una rivoluzione impossibile nelle stagioni passate a Pioli è riuscita.

    Già da tempo in questa rubrica avevamo accennato alla possibilità di passare alla difesa a tre: Pioli durante la sosta ha avuto il tempo di lavorarci, ed ecco un modulo che si adatta alla perfezione alle caratteristiche dei giocatori in rosa, in attesa di capire cosa porterà, oltre a Rubin, il mercato di gennaio. Già l'ingaggio praticamente chiuso di Sorensen dalla Juventus è un ulteriore indizio verso un futuro che sarà sempre più impostato sulla difesa a tre. Rinforzare la retroguardia e affidarsi ai tre tenori (Diamanti, Ramirez e Di Vaio, con Acquafresca o chi per lui da fine gennaio in poi di rincorsa) in avanti: ecco la filosofia di un modulo che finisce per esaltare due mastini come Mudingayi e Perez, che giocando centralmente nel centrocampo a quattro possono evitare rispettivamente di impostare il gioco e di sfiancarsi scalando a coprire sulla fascia. Senza contare che gli esterni rossoblù sono più adatti a coprire tutta la fascia, come nel caso di Morleo e Crespo, che a fare i semplici terzini.

    Pioli ha già detto che la scelta del 3-4-1-2 o 3-4-2-1 sarà un'alternativa alla difesa a quattro, che andrà rispolverata contro le squadre che usano il tridente, ad esempio. Una squadra-camaleonte, capace di modellarsi sull'avversario e soprattutto di giocare con più soluzioni al proprio arco: ecco la piccola-grande rivoluzione di Pioli. La prima uscita col nuovo modulo oltre a una difesa solida ha visto una squadra propositiva, capace di creare almeno 4-5 palle gol limpidissime nel primo tempo per poi sbloccare la gara nella ripresa e chiuderla nel finale in contropiede. Un buon segnale, per un Bologna che non stava rendendo molto in attacco nell'ultimo periodo. Ma soprattutto un segnale che, al di là di come andrà la durissima gara di Napoli, la rivoluzione di Pioli è partita con il piede giusto.

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