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  • Handanovic: parate che valgono gol

    Handanovic: parate che valgono gol

    • Pasquale Guarro
    Poteva essere addio: voleva maggiori stimoli e l’Inter sciagurata delle ultime stagioni non stimolava le sue ambizioni. Poi, come spesso accade nel mondo del calcio, tutto è cambiato velocemente. La società di corso Vittorio Emanuele ha abbracciato un nuovo progetto, che Samir Handanovic ha deciso di sposare almeno fino al 2019, data di scadenza del contratto appena rinnovato.

    QUESTIONE DI STIMOLI - Un rinnovo annunciato da tempo, ma rimasto congelato per diversi mesi. Handanovic e l’Inter sono stati ad un passo dal dirsi addio, poi ci hanno ripensato. Ed è andata bene ad entrambi; perché il portiere si ritrova finalmente a lottare per qualcosa di importante e l’Inter è prima in classifica anche grazie alle sue parate. 

    TUTTO É POSSIBILE - Per ben nove volte su diciotto gare di campionato, la squadra di Roberto Mancini ha guadagnato il massimo risultato con il minimo sforzo. Contro Atalanta, Milan, Chievo, Hellas, Bologna, Roma, Torino, Genoa ed Empoli, il tabellino di fine match recita lo stesso risultato 1-0 e tre punti in cascina. Una buona abitudine che però è resa possibile anche grazie ad Handanovic, spesso chiamato a fare gli straordinari. 

    INIZIO IN BELLEZZA - Le parate decisive del portiere sloveno iniziano ad essere molte, soprattutto considerando le tante gare concluse con il vantaggio minimo e che - senza le prodezze dell’ex Udinese - sarebbero potute finire diversamente, ponendo l’Inter in ben altre posizioni di classifica. Handanovic ha iniziato in bellezza la sua lunga lista di interventi decisivi, quando sullo 0-0 nel derby ha murato Luiz Adriano diretto a rete. Sempre contro i rossoneri, il portiere nerazzurro è volato a sventare un’insidiosissima parabola disegnata da Balotelli su calcio di punizione, conservando il risultato e garantendo quindi tre punti pesanti. 

    UN MERITO, NON UNA COLPA - Ma la gara contro il Milan non è stata una parentesi: Handanovic si è ripetuto anche contro la Roma, murando Dzeko e Maicon quando le loro mani erano già protese verso il cielo per esultare. Ha strozzato l’urlo in gola a Destro, quando da pochi passi ha compiuto un vero e proprio miracolo al Dall’Ara. Finisce qui? Niente affatto, ne sanno qualcosa Quagliarella e Belotti, che a distanza di pochi secondi l’uno dall’altro hanno avuto modo di testare i riflessi felini di questo armadio di 190 cm ed oltre. Riflessi che hanno anche fermato Cuadrado, Correa e Pucciarelli. Fare conti precisi su queste cose non è mai semplice, ma le parate di Handanovic sono valse all’Inter oltre i dieci punti in classifica e senza di lui, l'obiettivo Champions non sembrerebbe così alla portata di mano. Una chiosa chiarificatrice è d'obbligo: avere in squadra uno tra i migliori al mondo è un merito, non una colpa. Per anni è valso lo stesso discorso - e vale ancora - per Buffon alla Juventus.
     

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