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  • Bravo ma non bravissimo: perché la Juve dovrebbe cedere de Ligt e come dovrebbe sostituirlo
Bravo ma non bravissimo: perché la Juve dovrebbe cedere de Ligt e come dovrebbe sostituirlo

Bravo ma non bravissimo: perché la Juve dovrebbe cedere de Ligt e come dovrebbe sostituirlo

  • Giancarlo Padovan
    Giancarlo Padovan
Penso che la Juventus faccia bene a considerare la cessione di Matthijs de Ligt. Sia perché la società ha bisogno di soldi per finanziare il mercato, sia perché il difensore centrale olandese è bravo, ma non bravissimo. Lo osservo con scrupolosa attenzione dal giorno del suo arrivo e, tranne eccezioni, non c’è stata partita in cui non abbia sbagliato qualcosa (la posizione, l’anticipo, l’intervento, il fuorigioco) tanto da far storcere la bocca anche ai suoi estimatori che giustamente sono molti.

In questo senso gli esiti del sondaggio di calciomercato.com sono chiarissimi: il 70,9 per cento dice che il caso di venderlo, perché non è un campione; il 29,1 dichiara che sarebbe giusto tenerlo a tutti i costi, perché rappresenta il futuro. Averlo in casa è un grande patrimonio, aver messo la clausola a 120 milioni è stato intelligente, ma, proprio perché è stata posta ad un’altezza economicamente siderale, è giusto valutare le offerte con estremo realismo. Se dall’Inghilterra, Chelsea e Manchester United si sintonizzano su questa lunghezza d’onda, non vedo perché i dirigenti della Juve non debbano mettersi in ascolto e, casomai, trattare una cessione a 100 milioni. Io credo che, per come va il mondo, non solo il mondo del calcio, dai cento milioni in su qualsiasi calciatore sia cedibile. A maggior ragione se il club è indebitato e, per fare cassa, oltre a vendere qualche giocatore, deve abbassare il monte degli ingaggi. de Ligt guadagna dodici milioni netti l’anno. E liberarsene significherebbe centrare due obiettivi: incasso cospicuo e consistente riduzione dei costi.

Se, dunque, dal punto di vista economico-finanziario la vendita di de Ligt a cento milioni è un affare, le resistenze nascono dal punto di vista tecnico. Prima di tutto ci si chiede con chi sostituirlo. In secondo luogo se chi lo sostituisce è compatibile con la Juve e con Bonucci. E qui bisognerebbe che alla svolta tecnica si accompagnasse anche quella culturale. Ovvero di far diventare la Juve una sorta di faro del calcio italiano. Perciò se Allegri vuole Di Maria e Pogba, ovvero esperienza, classe, tecnica, forza e velocità già pronte all’uso, il club dovrebbe avere altrettanta forza per imporre Gatti (ecco il compagno ideale di Bonucci) e Miretti, Fagioli e Ranocchia. Non tutti insieme, naturalmente, ma nella rosa e nel flusso delle rotazioni. Insomma un buon dosaggio di gente fatta tra i quali metterei Chiesa, Locatelli magari un regista alla Paredes e lo stesso Vlahovic, insieme a ragazzi sui quali puntano tutti tranne la Juve, come ha acutamente segnalato, con un suo inappuntabile pezzo, Marcello Chirico.

Ora nessuno vuole arrivare alle assurdità di Pirlo che voleva far passare Frabotta per un buon giocatore, mentre a Verona, nel campionato appena concluso, ha giocato diciotto minuti in tutto. Però avere una seconda squadra e farvi maturare gli ex primavera serve soprattutto a cercare i giovani che altrimenti dovresti mandare altrove. Quindi, siccome è il club che dà l’indirizzo politico all’allenatore, è più che legittimo pensare ad un Allegri “spontaneamente” più coraggioso e più in sintonia con la sostenibilità. Ripeto: Gatti, forse, è troppo acerbo per accertare la titolarità del ruolo, ma se con meno della metà dei soldi di de Ligt si potesse finanziare l’operazione Koulibaly, come reagirebbero i tifosi bianconeri?

Ho parlato di realismo all’inizio e non voglio contraddirmi qualche riga sotto. Tuttavia che il senegalese non rinnovi con il Napoli è ormai pacifico, che sia necessariamente destinato al Barcellona è dubbio, che non possa costare più di cinquanta milioni è certo perché va in scadenza. Se la Juve cede de Ligt e ottiene cento milioni, perché non pensare di fare un’offerta decente a De Laurentiis? Sinceramente penso che con una struttura centrale formata da un Szczesny, Bonucci più un altro difensore di forza (Gatti) o di grande qualità (Koulibaly), un centrocampo con Pogba, Locatelli e Zakaria, un attacco formato da Di Maria, Vlahovic e Chiesa, la Juve sarebbe seconda, forse, solo all’Inter per quel che riguarda il platonico scudetto dell’estate. Certo, via de Ligt per fare soldi. Ma anche via Rabiot, via Ramsey e via Arthur per il decoro sportivo. Più che costosi e inutili, sono dannosi. E avanti con i giovani. Nessuno di loro più essere peggio di questo terzetto.

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