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  • Bresciamania: Dal sogno Serie A all'incubo retrocessione

    Bresciamania: Dal sogno Serie A all'incubo retrocessione

    • Fabio Pettenò
    La sentenza, amara, è arrivata nella serata di ieri al termine dell'ennesima brutta prestazione di una stagione dal cancellare in fretta. Il Brescia ritorna mestamente in Serie B dopo un solo anno di A. Retrocessione figlia di un'annata da dimenticare dove poco o nulla ha girato per il verso giusto. Il 3-1 subito contro il Lecce è lo specchio fedele di una situazione che si trascinava da tempo dove la condanna era già stata emessa e si aspettava solo l'esecuzione. Perchè la vittoria sulla Spal aveva solamente offuscato le difficoltà di una rosa non adatta alla categoria e che a due passi dal mare leccese è naufragata senza attenuanti.

    La retrocessione nasce da più fattori non certo da quest'ultima opaca prestazione contro il Lecce. Parte da lontano, da un gruppo ritenuto dal patron Massimo Cellino adatto alla Serie A ma dimostratosi ben preso inadeguato per la massima categoria italiana. Ancor più specie ha fatto il mancato intervento nel mercato di gennaio in una squadra che già allora viaggiava sul filo del rasoio in classifica. A posteriori e vedendo anche la stranezza del campionato post covid forse qualche innesto avrebbe giovato alla permanenza in Serie A.

    Errate valutazioni dei giocatori, dell'assemblamento della rosa e la gestione degli allenatori. Quattro in una stagione sono veramente troppi dove il continuo cambiamento non può determinare stabilità nello spogliatoio. A questo si deve necessariamente arrivare al caso-Balotelli. Incomprensibile la gestione del giocatore lasciato ai margini del gruppo nel momento più importante della stagione. Quasi una resa ancor prima di combattere lasciando il cavaliere con più qualità in tribuna. Per ripartire servirà riflettere su tutte queste questioni ad aver portato in una stagione il Brescia dal sogno all'incubo.

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