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  • Bresciamania: la rivoluzione Celliniana

    Bresciamania: la rivoluzione Celliniana

    • Fabio Pettenò
    Il Brescia è tornato nel calcio che conta. Otto anni dopo l'ultima apparizione nel massimo campionato le rondinelle tornano a volare nell'olimpo del calcio italiano. Merito della figura di Massimo Cellino, con il patron cagliaritano che a Brescia ha trovato terreno fertile per ritornare in Serie A passando dalla porta principale. Personaggio discutibile ma vero imprenditore nel mondo del pallone Cellino sta attuando a Brescia l'ennesima rivoluzione della sua trentennale carriera da dirigente di calcio.

    TRE ANNI - Sembra trascorso un secolo da quel pomeriggio della prima settimana di agosto del 2017 quando l'ex patron di Cagliari e Leeds è diventato il numero uno del club lombardo firmando le carte sborsando una cifra di 6,5 milioni. In poco tempo l'impreditore sardo è riuscito a costruire un castello di certezze, quelle stesse che negli ultimi otto anni sono decisamente mancate. Appianati i debuti, ricreata una società solida e soprattutto superate le avversità e le diffidenze della piazza Massimo Cellino ha riportato in alto la squadra della Leonessa. Il primo anno di assestamento con una salvezza acciuffata all'ultimo istante nel pareggio con l'Ascoli, il secondo di gloria con il gol di Dessena contro l'Ascoli a sancire la promozione in Serie A. Eppure il piano per tornare grandi era di durata triennale. Ma Cellino è così, ha sempre fretta di fare le cose.

    LA RIVOLUZIONE – Nemmeno un campionato vinto e dominato ha lasciato tranquillo Massimo Cellino. Prima ancora di riassaporare il dolce gusto del campo degli stati di Serie A il presidente del Brescia ha operato l'ennesima rivoluzione della sua carriera. Un cambio di rotta radicale con la "rivoluzione celliniana" a mietere numerose vittime. Licenziato il direttore sportivo della promozione Francesco Marroccu, conferma con riserva di Eugenio Corini dopo una trattativa ad oltranza, via molti giocatori in scadenza di contratto. Massimo Cellino ha la idee chiare: accentrare su di sé le maggiori cariche societarie per regalare un futuro migliore ad una piazza che gli da grandi soddisfazioni.+

    I NODI - Non è tutto oro quello che luccica in casa Brescia. Massimo Cellino deve fare i conti con numerosi problemi. Con i lavori del nuovo centro sportivo creato a Torbole Casaglia che corrono a rilento il vero nodo è relativo allo stadio Rigamonti. L'obsoleto impianto di Mompiano è al centro di lavori di ristrutturazione. Accordo raggiunto con il Comune per la gestione dell'impianto per i prossimi otto anni (fino al 2027) con capienza portata dai 12 mila in Serie B ai 19 mila della Serie A con un enorme esborso di denaro. La prima vittoria del patron biancoazzurro è la possibilità di giocare a Brescia sin dalla prima giornata di campionato. Altre ne arriveranno ancora...

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