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  • Pasquale Bruno a CM: 'Toro, attento alla Juve e agli arbitri'. Il ricordo: 'Quella sabbia negli occhi da van Basten'

    Pasquale Bruno a CM: 'Toro, attento alla Juve e agli arbitri'. Il ricordo: 'Quella sabbia negli occhi da van Basten'

    • Alessandro Salvatico
    Il 17 novembre 1991 il Torino giocava un derby e lo perdeva. Ma il popolo granata è da sempre stato educato a crescere guardando ben al di là del risultato, del tabellino, e uscì da quella partita con il pieno d'orgoglio, tanto da ricordarla a tutt'oggi come una grande vittoria. Quel pomeriggio, infatti, i propri beniamini ridotti già dal primo tempo in 9 uomini fecero tremare gli 11 bianconeri, in vantaggio pochi minuti dopo l'inizio della gara, sino all'ultimo respiro. Roberto Policano si era fatto cacciare per aver reagito a un brutto fallo di Casiraghi colpendolo in fronte con un calcio, che lascerà all'avversario un brutto segno ben visibile nelle fotografie del suo matrimonio, celebrato il giorno seguente... Ma in precedenza, era stato Pasquale Bruno (foto forzaroma.info) a essere espulso, divenendo celebre poi per aver tentato di rientrare in campo alla caccia dell'arbitro Ceccarini, trattenuto a stento dai compagni (comunque prese 8 turni di squalifica, e 5 il suo compagno). I 9 superstiti proseguirono però rincorrendo ogni pallone e ogni uomo, chiudendoli nella propria area, al punto da costringere un preoccupato Trapattoni a togliere un attaccante (Schillaci) per inserire un giovane mediano: Antonio Conte.

    Pasquale Bruno, forse oggi ai tifosi del Toro basterebbe rivedere quell'atteggiamento...
    Non ce l'hanno più, quell'atteggiamento, e questa è la cosa più grave di tutte: il Toro nella sua storia poteva essere forte come quello in cui ho giocato io, più raramente mediocre, ma si riconosceva sempre per questo, perchè incuteva timore ai propri avversari.

    Facevate davvero paura?
    Altroché. Gli avversari di turno, nel tunnel che porta in campo, si chiedevano “Chissà chi gioca oggi in difesa?” e avevano paura. Dovevano averne, così doveva essere.

    E' cambiato il Toro?
    E' cambiato il calcio, anche se so bene che è una cosa che è stata detta un milione di volte, ma non per questo diventa meno vera. Intanto, gli stessi calciatori sono diventati molto più delicati e piagnoni, e poi gli arbitri, che pure non ho mai amato, hanno delle direttive assurde. Per restare ai derby dei giorni nostri, prendete quell'intervento spettacolare di Glik un paio d'anni fa: era fuori da ogni logica espellerlo, ha preso il pallone, poi dopo arriva sull'avversario perchè non può fermarsi; ma l'intervento è sul pallone, se lui è stato più veloce e deciso non è colpa sua. E invece, oggi se entri come si deve ti fermano.

    I difensori non sono più gli stessi.
    Assolutamente no. Alcuni li vedi, sono pure belli grossi fisicamente, ma li guardi giocare e ti chiedi: ma ce l'hanno il sangue nelle vene, questi? Ma è proprio il calcio, tutto, che io non capisco più. Quando vede gente, dopo le scommesse, che dovrebbe stare in carcere e invece gioca...

    Lo sa che, nella classifica dei 50 giocatori più cattivi della storia stilata da France Football, lei è stato inserito al 31° posto?
    Lo so, lo so (ride). E dico sempre che da quella lista verrebbe fuori una squadra imbattibile. Poi bisogna intendersi sul concetto di “cattiveria”, perchè nelle prime posizioni (10°, ndr) ricordo che hanno messo Balotelli; ecco, Balotelli dove sarebbe “cattivo”, in campo? E' solo un ragazzo convinto di essere un fuoriclasse quando non lo è nemmeno lontanamente. I fuoriclasse erano Maradona, Platini, van Basten. Ed è pure fortunato ché io ho smesso di giocare...

    I cattivi, oggi?
    Mah, non saprei. Mi piaceva Chiellini, prima di quella sceneggiata contro l'Uruguay, al Mondiale. Roba che non farebbero nemmeno le mie bambine. Cattivi, proprio non saprei; scorretti, forse, di quelli ce n'è. Ma ce n'era pure ai miei tempi. Chi? Tanti. Lo stesso van Basten, campione assoluto, non c'era un calcio d'angolo o un momento di pausa senza che lui prendesse una manciata di sabbia o terriccio e non te la tirasse sugli occhi quando ti avvicinavi per marcarlo.

    In quel derby del '91 entrò in campo il giovane Conte: voi siete amici e conterranei, come giudica la sua scelta di lasciare la Juventus per approdare poi alla Nazionale?
    Le ragioni per cui può essersi dimesso non le so, e non le sa nessuno che non sia dentro quelle stanze. I suoi giocatori hanno la stessa voglia di lottare che aveva lui, e come lui cercano sempre di attaccare. Vince attaccando, lo fanno in pochi ormai; se la Juve continua ad andare bene anche senza Conte, è perchè il lavoro l'aveva già fatto quasi tutto lui. Ad andare in azzurro ha fatto bene, e benissimo ha fatto la federazione a scegliere lui; però un consiglio gliel'ho già dato e glielo ridarei...

    Quale?
    Andare in Inghilterra. Quando? Il prima possibile. La mia esperienza con gli Hearts è arrivata troppo tardi, avessi saputo davvero com'era avrei barattato anni e anni di Serie A per Edimburgo e il calcio d'Oltremanica. Lì uno come lui si godrebbe la vita: si riscopre il piacere del calcio, l'amore per il calcio, quello giocato. Quando finisce la partita, inizia la vita vera, si può andare in giro tranquilli per la città. Un altro mondo.

    Quel giorno di 23 anni fa, cosa avrebbe fatto se Lentini e altro non l'avessero tenuto con tutta la forza che avevano?
    Non lo so (ride)...proprio non lo so. Magari non l'avrei nemmeno toccato, l'arbitro, anzi è probabile. Però io Casiraghi non l'avevo proprio toccato, quello fece la sceneggiata e Ceccarini mi ammonì senza avere visto; un'ingiustizia tale che non riuscivo a contenerla.

    Il Toro ha qualche speranza, per il derby di domenica?
    Preferirei quasi non rispondere. Diciamo che tutto può sempre accadere, anche se contro questa Juve nel suo stadio è praticamente impossibile per chiunque, perdono tutte senza eccezioni, lo dicono i numeri. Se il Toro ci vuole provare, deve sicuramente fare qualcosa di molto diverso da quello che ha fatto negli ultimi tentativi, non pensare a quanto loro sono più forti, non sentire lo stadio, non vedere altro che il pallone e gli avversari. Facendo tanta attenzione pure agli arbitri, ché anche gli ultimi derby hanno dimostrato che certe cose non cambiano proprio mai.

     

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