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  • Buffon cade e si rialza, fenomeno vero. Anche a 43 anni e dopo 1100 partite

    Buffon cade e si rialza, fenomeno vero. Anche a 43 anni e dopo 1100 partite

    • Nicola Balice
    Un errore ci può stare. Anche a 43 anni, o forse soprattutto a 43 anni. Anche dopo 1100 partite, o forse soprattutto dopo 1100 partite. Anche se ti chiami Gigi Buffon. E qui ci si ferma. Però se sei Buffon, nonostante 1100 partite, nonostante i 43 anni, riesci a reagire come se quell'errore non fosse mai stato commesso, ti rialzi e un'oretta dopo torni a fare il fenomeno assoluto. Che poi non è che Buffon faccia il fenomeno, Buffon è un fenomeno. Già di per sé la parata su Matteo Darmian è strepitosa, anche solo isolando il gesto tecnico rimane un intervento da portiere di livello assoluto. Se poi si riavvolge il nastro e ci si rende conto che il vantaggio nerazzurro, viziato da una saga degli errori di tutta la difesa bianconera (Alex Sandro, Merih Demiral, pure Matthijs de Ligt), si era concretizzato anche a causa della mezza papera di Buffon che non ha trattenuto il tiro potente ma centrale di Lautaro Martinez. Una situazione che avrebbe condizionato l'intera serata di nove portieri su dieci. Solo che quel portiere su dieci che rimane, solitamente è sempre Buffon. È così da 1100 partite.

    LA CARICA. Dopo un anno e mezzo di rinuncia per scelta, gli ultimi due atti di Coppa Italia hanno poi visto Buffon tornare in campo con la fascia di capitano al braccio. Un dettaglio insignificante. Ma anche questo è in realtà un gesto da leader. Perché nessuno vive fuori dal mondo, se non l'avesse indossata lui, seguendo i criteri seguiti dalla squadra bianconera, sarebbe dovuta toccare a Federico Bernardeschi, bersaglio facile soprattutto sui social, figuriamoci con la fascia al braccio. D'altronde anche senza la C sulla manica della maglietta, Buffon capitano tra i capitani lo è sempre stato. Ed è da capitano che parla su Twitter, per primo, al termine della vittoria con l'Inter. Festeggiando un traguardo personale, sottolineando lo spirito che deve accompagnare sempre chi indossa la maglia della Juve: “1100 volte come la prima volta. Adesso. Ancora una volta. Fino alla fine”.

    E ORA... Insomma Buffon c'è. E quando cade, si rialza. Ecco perché quei ragionamenti di ritiro che erano stati seriamente presi in considerazione nel 2018, ora sembrano lontanissimi. In questo ruolo di titolare aggiunto al fianco di Wojciech Szczesny si è calato alla perfezione, questa stagione lo sta riproponendo a livelli anche superiori della scorsa. Quindi il rinnovo per un altro giro di giostra è tutt'altro che da escludere. Deciderà lui, al momento giusto. Tra qualche mese si guarderà allo specchio e capirà, la Juve non vede l'ora di farlo firmare. Perché anche a 43 anni, anche 1100 partite dopo, Buffon è sempre Buffon.

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