Cagliari: scarcerato il presidente Cellino
Alla fine, con ventiquattro ore di ritardo rispetto alla prima previsione, Massimo Cellino ha abbandonato questa mattina il carcere di Buoncammino a Cagliari grazie all'accoglimento, da parte del Tribunale del Riesame, della richiesta di scarcerazione, inizialmente bocciata dal Gip Casula la settimana scorsa.
Oltre a Cellino, hanno lasciato il carcere anche gli altri due arrestati nell'ambito delle indagini sulla costruzione dello stadio di "Is Arenas", il sindaco di Quartu Sant'Elena Mauro Contini e il suo assessore ai Lavori pubblici Stefano Lilliu. Per tutti e tre è stata disposta la misura degli arresti domiciliari che mette fine ad una carcerazione che durava dal 14 febbraio scorso, giorno in cui sono stati arrestati dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. L'unico ad aver trascorso qualche giorno in meno in carcere è stato il primo cittadino di Quartu Sant'Elena che, colto da un malore al momento dell'arresto, ha trascorso qualche giorno nel reparto di terapia intensiva dell'Ospedale Brotzu di Cagliari. I magistrati del riesame, evidentemente, hanno accolto le tesi dei rispettivi difensori degli imputati che, facendo rilevare come non ci fossero più gli estremi per il pericolo di inquinamento delle prove, la misura della detenzione in carcere fosse eccessiva.
L'accoglimento, infatti, arriva all'indomani della modifica dell'imputazione per i tre indagati che sono passati dal tentato peculato al peculato consumato, visto che dai verbali degli interrogatori dei due dirigenti comunali implicati nella vicenda e dell'imprenditore che ha eseguito i lavori, si è avuto la prova del compimento del reato. Una volta acquisito questo, le esigenze cautelari sono diminuite e ora i tre accusati dovranno attendere ai domiciliari gli sviluppi dell'inchiesta e il processo che dovrà stabilire l'effettiva colpevolezza e la misura delle pene da scontare.
L'INCHIESTA - Cellino ha "spiccate capacità delinquenziali", è "capace di qualsiasi genere di sotterfugi pur di raggiungere i propri scopi". È uno dei passaggi dell'ordinanza di custodia cautelare del gip. Uno spaccato, secondo il giudice, di illegalità diffusa che emergerebbe dalle intercettazioni, una in particolare con il presidente della Lazio Lotito. Nella telefonata Cellino avrebbe spiegato "di aver fatto lo stadio in estate perché in questo modo Questura e Prefettura, rientrando dalle vacanze" lo avrebbero trovato "già finito". Sempre col Lotito Lotito, tornando sulla scelta delle modalità di costruzione dell'impianto, il presidente del Cagliari avrebbe chiarito di presentato un progetto con le caratteristiche di "struttura amovibile al solo scopo di non dover chiedere i titoli edilizi", una "dimostrazione evidente - sottolinea il Gip nell'ordinanza - della totale mancanza del senso di legalità e del rispetto delle istituzioni". E proprio con Lotito, Cellino, intercettato dagli investigatori, avrebbe dato precise assicurazioni sullo stadio e su come realizzarlo in pochissimo tempo. "Te lo garantisco io - dice il patron rossoblù - anche perchè ti faccio dare un'autorizzazione di struttura amovibile, senza concessione, hai capito qual è il mio gioco? Io non sono dovuto andare in concessione, ho avuto un'autorizzazione a montarlo, perchè essendo tutto in acciaio e tecnicamente, teoricamente è amovibile, ma non lo è, Claudio, perché è un casino". E ancora: "In attesa di avere la concessione per lo stadio - dice Cellino a Lotito - chiedo l'autorizzazione triennale di struttura temporanea amovibile, come quella che ho fatto io, e non va in concessione, te la danno in 30 giorni e ti fai uno stadio così...".