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  • Cagliarimania: tirati i remi in barca troppo presto, ora bisogna reagire

    Cagliarimania: tirati i remi in barca troppo presto, ora bisogna reagire

    • Marco Orrù
    Pesante, anzi pesantissima sconfitta per il Cagliari a Genova contro la Sampdoria. Non solo nel risultato, ma anche nella prova e nell’approccio alla gara, segno tangibile di resa definitiva verso la stagione 2019/2020. 1-0 dopo 8 minuti con Gabbiadini lasciato libero di colpire di testa, 2-0 dopo 40 minuti dopo un errore a centrocampo di Ionita che ha spalancato la metà campo rossoblù a Bonazzoli e 3-0 al 53’ a chiudere una gara mai iniziata. E dire che le precedenti trasferte, a Bologna e a Firenze, nonostante il doppio pareggio, avevano lasciato addirittura anche un po’ di amaro in bocca per una vittoria che sarebbe anche potuta arrivare con un pizzico di determinazione in più. A Genova, invece, tanto per non sbagliare, i rossoblù non sono scesi direttamente in campo.

    Qualche sentore di una squadra spenta si era visto già domenica contro il Lecce, che ieri ha poi perso pesantemente in casa contro la Fiorentina; il tecnico rossoblù Walter Zenga, che aveva parlato di 19 tiri da parte della sua squadra contro i giallorossi, ieri non si è potuto aggrappare a nessun appiglio, visto che i suoi hanno tirato pochissimo verso la porta di Audero, forse solo a gara ormai compromessa. E non sono piaciute nemmeno alcune scelte dell’allenatore milanese che, però, a sua parziale discolpa, deve fare i conti con tanti infortuni e partite ravvicinate che mettono in luce i tanti limiti di una rosa certamente non lunghissima. Se Joao Pedro, peraltro non lucidissimo fin qui, si prende una piccola pausa, chi lo sostituisce, in questo caso Ragatzu, non è all’altezza del suo predecessore. E quando manca anche Nainggolan la situazione precipita ancor di più. Per non parlare di quei giocatori come Ionita, che a inizio stagione era quasi un dodicesimo titolare, che ormai sembrano l’ombra di sé stessi già da tempo.

    Sono veramente poche le cose da salvare in questa partita; oltretutto c’è da sottolineare un dato statistico alquanto preoccupante: il Cagliari non segna da quattro partite. Al netto dei due gol annullati a Simeone contro Atalanta e Fiorentina, quantomeno dubbi, l’ultimo gol rossoblù risale al 46’ di Bologna-Cagliari, in gol ancora il Cholito. E se allarghiamo ancora la statistica, tolto l’attaccante argentino, in casa Cagliari non segna più nessuno. Contro il Toro, oltre ancora a Simeone, hanno segnato anche Nandez, Nainggolan e Joao Pedro su rigore, poi, per il resto, più nulla. In conferenza stampa il tecnico Walter Zenga ammette il problema e chiede ai suoi di partecipare di più alla fase offensiva, per provare ad andare alla conclusione con più giocatori, ma tutto questo non si è visto nemmeno a Genova.

    E ora cosa succederà da qui alla fine? Mancano cinque partite, di cui tre in casa. Sabato alla Sardegna Arena arriva il lanciatissimo Sassuolo che prima dello stop dei campionati aveva gli stessi punti dei rossoblù e ora invece ne ha sei in più, in piena lotta per quella zona europea che ormai il Cagliari ha giocoforza lasciato andare dopo esservi stato dentro per ¾ di campionato. Onorare il campionato, è questa la missione di una squadra che non vede l’ora di terminare una stagione a dir poco contraddittoria.
     

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