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  • Cagliarimania:| Vent'anni vissuti pericolosamente

    Cagliarimania:| Vent'anni vissuti pericolosamente

    Giugno 1992-giugno 2012: il presidente Massimo Cellino festeggia i suoi primi vent'anni alla guida del Cagliari. Un traguardo importante per il presidente rossoblù che (se escludiamo il patron dell'Udinese Gianpaolo Pozzo in sella dal 1986, ma che non ricopre la carica più alta già da diversi anni) è secondo solo a Silvio Berlusconi nella classifica dei presidenti più longevi della serie A. Vent'anni ininterrotti - a parte una breve parentesi nel 2005-06, più formale che sostanziale - che lo hanno reso celebre nel panorama calcistico italiano per il suo carattere decisamente particolare. A causa dei suoi atteggiamenti 'fuori dagli schemi', controversi e talvolta contraddittori, spesso lo si etichetta come 'vulcanico' (aggettivo abusato ma quanto mai esplicativo), riservato ad altri famosi personaggi del mondo del calcio (ricordiamo l'indimenticabile presidente dell'Ascoli Costantino Rozzi o l'attuale numero uno del Palermo Zamparini che, non a caso, si trova in sintonia con il corrispettivo cagliaritano).

    Croce e delizia dei tifosi rossoblù, amato e allo stesso tempo odiato, il presidente Cellino ha senza dubbio costruito in questo lungo periodo una squadra e una società solida, che staziona oramai da otto anni nella massima serie. Una costruzione che è passata attraverso il fiuto del presidente per il valore di giocatori quasi sconosciuti poi diventati splendide realtà (da Moriero a Zebina, da Muzzi a Suazo, da Matri ad Astori, da Nainggolan a Ibarbo) ma anche attraverso le sue decisioni impetuose. A proposito di quest'ultime, ne sanno qualcosa i numerosi allenatori (ben 24) che si sono avvicendati sulla panchina rossoblù.

    Solo pochi di loro si sono salvati dall'esonero: tra i record di Cellino c'è anche quello di essere stato l'unico presidente ad esonerare Giovanni Trapattoni (anche se allora si parlò di dimissioni). In ogni caso Cellino ha dimostrato di essere un intenditore di calcio, portando in Italia un allenatore del calibro di Tabarez, o valorizzando un giovane tecnico come Allegri che sarebbe diventato campione d'Italia alla guida del Milan. Insomma vent'anni vissuti pericolosamente (per lui e per gli altri…) e che speriamo possano essere serviti  a rendere un po' più riflessivo il presidente. Perché le sfide che lo aspettano all'orizzonte vanno affrontate con razionalità e buon senso: dalla vicenda del nuovo stadio alla costruzione di una squadra competitiva, che non può prescindere da una guida tecnica stabile e duratura. Auguri, presidente!

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