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  • Calciopoli non si chiude solo perché lo dice Moratti: rifacciamo il processo!

    Calciopoli non si chiude solo perché lo dice Moratti: rifacciamo il processo!

    • Marcello Chirico
    Quando gioca la nazionale gli argomenti scarseggiano, a meno che non si voglia parlare ancora del sexygate di Ronaldo oppure delle intercettazioni di Report, temi che scaldano solo gli haters del calcio, per i quali ogni notizia è buona per innescare la caccia alle streghe e, se possibile, un'altra Calciopoli contro la Juve. 

    Calciopoli, una materia che infastidisce tanti, ma della quale proprio quei "tanti" non riescono a fare a meno di parlarne. Infatti, nell'appena trascorsa settimana azzurra, di Calciopoli se n'è tornato a parlare eccome - in modo più o meno diretto - proprio in casa interista, dove il tema viene ritenuto tabù solo se a trattarlo sono gli juventini. Ha aperto il dibattito Moratti e l'ha chiuso l'immancabile Gigi Simoni, passando attraverso i contributi di Bonolis, Mentana, Burdisso e Nainggolan. Tutti insieme, in appena 7 giorni! 

    Moratti, stavolta, anziché bile ha spalmato miele, complice l'inaspettata e - diciamolo pure, sorprendente - proposta di una sua candidatura alla presidenza FIGC da parte di Andrea Agnelli (anche se, agli atti, non esiste nessuna dichiarazione ufficiale del presidente juventino). "Continuare con la polemica di Calciopoli sarebbe stato stucchevole - ha detto Moratti -, quella di Agnelli è stata una mossa simpatica ,credo possa cancellare le arrabbiature. Rimane la vicenda, non il rancore". 

    A seguire, sono arrivati alla spicciolata i vari chaperon dell'ex patron, con in pole il fedele Bonolis: "Se per lui la vicenda è chiusa, è chiusa". Embé, lo ha deciso Moratti, e per chi tifa Inter ogni sua parola fa giurisdizione. Paolino, però, non ce l'ha fatta, e un pizzico di veleno ce lo ha voluto aggiungere lo stesso, sostenendo che "la Juve ha pagato meno di quello che si sarebbe meritato. Abbandoniamo pure il rancore, resta la cicatrice". 

    Quale cicatrice? L'Inter si è portata a casa uno scudetto, nonostante la scoperta postuma da parte del pm federale Palazzi di illeciti art. 1 e art. 6 commessi proprio da Moratti e Facchetti, e alla Juventus gliene vennero tolti 2 (uno nemmeno finito sotto inchiesta) con l'aggiunta della retrocessione in Serie B con penalizzazione. Il tutto, va ricordato a Bonolis, senza aver mai accertato l'esistenza di una sola partita truccata. 

    Eppure, a suo dire, la "cicatrice" la porterebbero loro, gli interisti. Forse dimenticando le pressioni fatte per truccare un sorteggio arbitrale e designare Collina come direttore di gara di un derby d'Italia; o l'ex presidente Carraro che istruisce Bergamo prima di un Inter-Juve ("che non si sbagli a favore della Juve, per carità!"); o ancora, un'esplicita richiesta, fatta sempre a Bergamo, di convincere l'arbitro designato a far vincere una semifinale di Coppa Italia all'Inter. Tutto documentato, tutto vero, a differenza delle partite truccate per far vincere la Juventus. Mai trovate, solo millantate. Però Bonolis è ancora risentito perché la Juventus sia stata retrocessa solo in Serie B anzlché in Serie C, e Moratti ha sancito che è arrivata l'ora di chiudere per sempre il capitolo Calciopoli. 

    Poi se n'è uscito Burdisso con un evergreen: "Con Calciopoli abbiamo finalmente capito perché non vincevamo". Solito refrain ripetuto come un mantra da tanti giocatori interisti di quegli anni '90 (compreso Ronaldo): una scusa perfetta per giustificare le numerose stagioni fallimentari, nonostante campagne acquisti dispendiosissime. 

    Poi è stata la volta di Enrico Mentana, con questa frase sibillina: "In Champions speriamo di andare avanti il più possibile e, magari, incontrare la Juventus e regolare i conti". Scusa Chicco, quali conti? Gli unici conti da regolare, una volta per tutte, sarebbero proprio quelli di Calciopoli, nonostante il colpo di spugna deciso arbitrariamente da Moratti. 

    Il processo sportivo andrebbe riaperto e celebrato, stavolta però in maniera seria, utilizzando cioè tutti gli elementi a disposizione ed emersi in quantità smisurata proprio dopo quella fatidica estate del 2006. Compreso tutto quello che riguarda l'Inter. Allora sì, caro Mentana, che i conti li regoleremmo per davvero! 

    Con te, con Bonolis, Burdisso ed anche Gigi Simoni, da 20 anni rimasto convinto di essere stato scippato nel '98 di uno scudetto che gli interisti vorrebbero tanto gli venisse assegnato d'ufficio
    , come quello del 2004/05. "Per me non è cancellato nulla - ha detto Simoni -. Sono ricordi tristi, perché subimmo una grave ingiustizia. La Juve era guidata da dirigenti particolari e venne mandata in B". 

    Per Simoni, e gli interisti in genere, la madre di tutti gli scandali pro Juve rimane quello scontro in area tra il Fenomeno e Iuliano, dimenticandosi di West franato addosso a Inzaghi nella gara d'andata, più una rete misteriosamente annullata a Pippo nella medesima partita. Citano l'Udinese? Gli si potrebbe ricordare la Lazio. Citano Empoli? E allora gli va ricordato Brescia, Lecce, Bologna, Vicenza... Ma, ovviamente, per loro valgono solo gli episodi che non riguardano l'Inter. 

    Non è finita. Ad aggiungere il suo carico è arrivato pure il neo interista Nainggolan, uno che - dichiarato pubblicamente proprio da lui (c'è un video che lo immortala) - odia la Juve. Motivo? "Me ne hanno combinate tante". Sono andato a rivedermi tutti i confronti tra Juventus e Cagliari nel periodo in cui il belga militava coi sardi (2010-2014) e non ho trovato un solo episodio contestato. Allora ho ripercorso tutti gli Juve-Roma giocati dal Ninja in giallorosso: c'è solo il 3-2 di Torino, del 2013, quella coi 3 rigori nettissimi (2 alla Juve, 1 alla Roma) fischiati da Rocchi e l'allora allenatore romanista Rudi Garcia che mimò il gesto del violino e venne espulso. Stop. Per informazioni su tutte le vessazioni subite da Nainggolan rivolgersi all'interessato, anche se per alimentare il mito negativo della Rubentus basta dire qualche fesseria e ti guadagni titoli e considerazione da parte di non tifa Juve. 

    A mettere il cappello su questa involontaria settimana calciopolara è stato Gravina, candidato unico alla presidenza FIGC, al quale è stata fatta la canonica domanda: quanti sono gli scudetti della Juve? Risposta: "Non li conto". Replica velenosa: ma non servirebbe un po' di serietà?  Controreplica: "La Juventus è stata diffidata, di più la Federazione non può fare". Morale, la FIGC non può vietare alla Juventus di esporre 36 scudetti nel proprio stadio. Come mai? Non si sa, o preferiscono non dirlo. Quindi, Calciopoli non può essere chiusa solo perché così vorrebbe Moratti. 
     

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