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  • Calciopoli, Roma:| I pranzi per salvarsi

    Calciopoli, Roma:| I pranzi per salvarsi

     

    A proposito di equità di trattamento ci so­no telefonate che sono co­state una condanna sporti­va e un processo penale a qualcuno (la Fiorentina o la Lazio, per dire...) e altre te­lefonate, ugualmente gravi, ugualmente intercettate ( ma poi dimenticate), che non hanno provocato alcun effetto su altri. E che fosse­ro gravi l’avevano capito an­che i Carabinieri di Via In­selci a Roma, dove venivano registrate tutte le telefona­te dell’indagine di Calciopo­li e contestualmente veni­vano classificate secondo l’ormai famosa scala dei “baffi”: un baffo verde = po­co rilevante, due baffi gialli = rilevante, tre rossi = rile­vantissima. Ma non solo, perché nella continua ricer­ca dei legali di Moggi (e del­l’infaticabile Nicola Penta) è emersi un quarto livello di importanza (il contrassegno è una specie di punto inter­rogativo rosso) per indicare telefonate ancora più rile­vanti per l’indagine. E’ così contrassegnata, per esem­pio, una telefonate del 10 maggio del 2005, fra un di­rigente della Roma e uno della Federcalcio. La situa­zione è difficile per i giallo­rossi che rischiano la retro­cessione, proprio come la Fiorentina, e la preoccupa­zione di Rosella Sensi rag­giunge livelli massimi, co­me si evince in questa inter­cettazione finora sfuggita agli inquirenti e nella qua­le si coglie da parte del diri­gente giallorosso il tentati­vo di ottenere rassicurazio­ni da parte della Federazio­ne sulla delicata situazione della Roma.
     
    Dirigente Roma: Ci vuole una per­sona di spessore...
    Dirigente Figc Ora come ora chi c’hanno in mente loro?”
     
    DR: Loro adesso non c’hanno in men­te... Come fai se non ti salvi?
    DF: Non c’è dubbio...
     
    DR: C’è sta poraccia sta’ così, secon­do me ha anche bisogno di qualche se­gnale dall’alto... ....sta’ a pezzi proprio... quindi secondo me se qualcuno gli dà un segnale di star tranquilla, di star se­rena la situazione è sotto controllo que­sta una boccata di ossigeno la pren­de... Secondo me un segnale bisogna pure darglielo...
    DF: Senti fa’ una cosa, quando si fa’ l’incontro con *** a Roma, mettiamo noi si faccia il pranzo, magari si va a pren­dere un caffé da Rosella Sensi...
     
    DR: Anche, per tranquillizzarla un po’...capito?
    DF Va bene dai te lo prometto, o mar­tedi o mercoledì..”
     
    La Roma, dopo quella te­lefonata, affronterà la Lazio ( 0- 0 nel derby più moscio della storia dell’Olimpico il 15 maggio) e l’Atalanta a Bergamo ( arbitro Bertini), battuta 1-0 con gol di Cas­sano che permette alla Ro­ma di Bruno Conti di sal­varsi. Non è dato sapere se quel “caffè” è stato poi pre­so, ma vale la pena ricorda­re un’altra intercettazione, emersa qualche mese fa e che segue di 11 giorni la precedente. E’ il 21 maggio, il giorno prima della sfida con l’Atalanta nella quale parlano Innocenzo Mazzini, all’epoca vicepresidente fe­derale e Daniele Pradé, di­rigente della Roma.
     
    M. “Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo presidente…”
    P. “Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi. Con quello che stai facendo per noi. Non lo avevo sentito Innocenzo…Ce l’ho… Avevo il vibra….”
     
    M. “Dimmi un po’ come tu vai”
    P. “Eh, che ci devi da’… Lo sai che punto molto su di te eh?”
     
    M. “Oh, che devo fare di più?”
    P. “Niente, devo passare domani e poi c’è un grande futuro. E anzi, se passa­te domani mi piacerebbe tanto incon­trarti e paralrti. Anche la dottoressa Sensi. Incontrarci”
     
    M. “Comunque troverai un ambienti­no… Meno male che tu sei tutelato molto… Perché c’è un grande arbitro”
    P. “Quanto grande?”
     
    M. “Grandissimo…”
    P. “Vabbò…”
     
    M. “Per cui… Mi raccomando a te. De­terminazione, voglia, corsa….tutte co­se dovresti avere però non lo so se tu ce l’hai” 
    P. “Non ce l’ho”
     
    M. “Però tielli insieme dai, forza”
    P. “D’accordo. Grazie Innocenzo”
     
    M. “Ci sentiamo settimana prossima a salvezza tocchiamoci le palle, va be­ne?”
     
    Un mese prima, con una se­rie di telefonate - tutte in­tercettate e tutte parte del­le carte di “ Calciopoli 1” ­fra lo stesso Innocenzo Mazzini, Andrea e Diego Della Valle e Paolo Berga­mo, viene organizzato un pranzo che si tiene il 14 maggio in un ristorante al­le porte di Firenze. Dovreb­be esistere anche un’inter­cettazione ambientale di quel pranzo (che però non è mai saltata fuori) intorno al quale si imperniano le accu­se costate care alla Fioren­tina. Restano dunque le so­lite domande: perché quelle telefonate della Roma sono sparite nonostante fossero state indicate come rilevan­ti? Non sono analoghe a quelle per le quali altri han­no pagato? Dov’è l’equità di trattamento?

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