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Caos infortuni, Vidal a CM: 'L'Inghilterra è assicurata? L'Italia non è obbligata'
Gli infortuni dei giocatori dei grandi club durante gli impegni con le nazionali è un problema che si trascina da diverso tempo. Ogni volta che c'è un match internazionale, le grandi d'Europa rischiano di perdere i loro gioielli e di rimetterci a livello sportivo ed economico. L'ultimo caso è quello del Liverpool, che sarà costretto a giocare per un mese senza Steven Gerrard, infortunatosi nella sfida amichevole tra Inghilterra e Francia. I Reds però riceveranno dalla Football Association un risarcimento di 500mila sterline, pari allo stipendio del periodo che Gerrard rimarrà lontano dai campi di gioco. A calciomercato.com l'esperto di diritto sportivo Daniele Vidal ha analizzato il problema.
La federcalcio inglese ha un'assicurazione per risarcire i club per eventuali infortuni durante i match con la nazionale.
Il problema degli infortuni durante le partite delle nazionali è abbastanza dibattuto ed è riportato all'attenzione quando si fa male qualcuno. E' dai tempi dell'infortunio di Riva che in Italia si parla di questa cosa. Il problema fisico rimediato in Nazionale gli ha accorciato la carriera e ha messo nei guai il Cagliari. Il G14 in una trattativa con la Uefa aveva espresso a chiare note la volontà di raggiungere un accordo che obbligava, per normativa, le federazioni ad assicurare i calciatori per il periodo che stanno con le nazionali. Dal punto di vista del diritto è un problema che non si pone. Tutti i giocatori, per contratto collettivo nazionale, sono coperti da assicurazione antinfortunistica e la maggior parte delle società fanno delle ulteriori assicurazioni per coprire i giocatori. Si tutelano con polizze graduate singolarmente, perchè un calciatore viene comunque pagato, secondo il contratto collettivo nazionale, anche se è fermo per motivi fisici, (a meno che l'infortunio sia così grave che costringe il calciatore a stare lontano dai campi per più di un anno). Ci sono poi dei calciatori che pagano assicurazioni personali, in fondo le gambe e il loro corpo sono strumenti di lavoro. Detto questo sono d'accordo con la Federcalcio inglese. Potrebbe essere un cosa innovativa.
Perchè questo tipo di assicurazione l'ha fatta la Football Association e non, per esempio, la nostra Federcalcio?
Il mercato assicurativo inglese è più ampio e più vario, le loro polizze assicurano qualsiasi tipo di rischio. C'è una mentalità diversa riguardo alla responsabilità civile. Le nostre assicurazioni sono molto più rigide e bloccate. La Football Association ha attivato una polizza che quantifica i danni secondo lo stipendio del giocatore. E' qualcosa in più. In Italia il calciatore è un dipendente, è un lavoratore subordinato, viene pagato comunque. La nostra struttura giuridica è molto rigida. La nostra Federcalcio non può fare la stessa assicurazione di quella inglese perchè costa molto e non è obbligata a farla, perchè non c'è nessuna norma che la impone. La Fifa non obbligherà mai le federazioni ad aprire assicurazioni per tutelare i club, ci sono troppe differenze economiche. La federcalcio ivoriana, che può contare su giocatori di primo ordine, non ha le stesse risorse di quella tedesca, per esempio.
L'assicurazione che apre ogni singolo club risponde anche se il giocatore si fa male in Nazionale?
Ceramente, è attività ufficiale. La convocazione fa parte di un meccanismo previsto dalla normativa. Sarebbe diverso se un giocatore si facesse male con gli amici, non autorizzato dalla società. E' chiaro che i club sono costretti a tutelarsi anche se i giocatori giocano in Nazionale.