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  • Capello che bordate: 'Guardiola da 7 anni ha il bancomat in mano. Sacchi critica Inzaghi? Non c'è un solo modo di vincere...'

    Capello che bordate: 'Guardiola da 7 anni ha il bancomat in mano. Sacchi critica Inzaghi? Non c'è un solo modo di vincere...'

    L'ex allenatore fra le altre di Juve, Roma e soprattutto Milan con cui ha vinto tutto, Fabio Capello, ha parlato a La Repubblica della finalissima di Champions League che vedrà contrapposte questa sera Manchester City e Inter. E Capello non ci sta perché il risultato è tutt'altro che scontato.

    GIOCARSELA, NON SFANGARLA - "Non mi piacciono le espressioni che sento. L’Inter non dovrà sfangarla col City. Dovrà giocarsela. Dovrà recuperare palla e aprire il gioco dalla parte opposta. Il City lo soffre. E in FA Cup dopo 25 minuti è calato. L’Inter è in condizione. Inzaghi ha fatto un bel lavoro".
    Manchester City - Inter (21:00 10/06)
    SACCHI E LE CRITICHE - "Fa bene Inzaghi a non rispondere. Non c’è un solo modo giusto di giocare. Perché fare 20 passaggi se ne bastano 3? L’importante è mettere i giocatori in condizione di rendere".

    GUARDIOLA E IL BANCOMAT - "Guardiola? Grazie tante, sono sette anni che ha in mano il bancomat. Può permettersi di lasciare in panchina Foden e Julian Alvarez...".

    FIORENTINA E ROMA KO? TROPPE LAGNE - "Cos'è mancato? Al netto di errori arbitrali e oggetti lanciati a Biraghi, hanno avuto un approccio nervoso. Troppe lagne. Così si perde. La Roma affrontava un’avversaria forte, va detto"

    LA VITTORIA DELLA COPPA CAMPIONI COL BARCELLONA - "Perdendo 2-0 a Firenze capii che non potevo schierare Desailly in difesa. Tagliammo i rifornimenti per Guardiola. Attaccammo i loro punti deboli: la fascia destra e la convinzione di avere già vinto"

    CONTE - "Valzer panchine? È presto per dirlo, ma non mi stupirei se rientrasse Conte. Dopo tanti tentativi potrebbe trovare un posto in cui sta bene"

    ZHANG - "Che ricordo ho di Zhang (ha allenato lo Jiangsu Suning ndr.) Grande personalità. Uno di quegli uomini che, quando parlano, gli altri stanno zitti. Nei discorsi alla squadra guardava solo me e Sabatini, per far capire ai giocatori che dovevano prenderci sul serio. Steven è un ragazzo sveglio, sa ascoltare".

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