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  • Caro vecchio Chievo:|Sammarco lo ritrova

    Caro vecchio Chievo:|Sammarco lo ritrova

    Si erano tanti amati. Anche perché il primo amore non si scorda. Paolo Sammarco è tornato al Chievo con il sorriso fresco. Il cuore in estate. I ricordi più brutti relegati nei recessi dell'anima. Meglio così. Spazio al futuro e all'avvenire. Ieri i primi calci di un'avventura nuova lontano dall' arsura cittadina. Nella terra dei Falchi c'è spazio anche per il nuovo volo di Sammarco. Paolo ha scelto il numero '7'. Non per caso. E Chievo è la sua casa. Non per caso. Di lui si era già parlato anche la scorsa estate. Anche nella finestra del mercato di riparazione. Tante parole. Ma erano solo ricami fumosi. Evidentemente, però, qualcosa doveva accadere. Non subito, piano piano. Ma è successo.

    Sammarco, partiamo dai numeri. Perché il sette?
    "Per fare un piacere a mio fratello. E' il suo numero preferito. Ma prima di indossare la nuova maglia ho chiesto il permesso a Marcolini. Mi sembrava il minimo…".
    Come l'ha ritrovato il Chievo?
    "E' lo stesso mondo di allora. Un ambiente fantastico. Ideale per lavorare bene. Qui ho fatto tre anni bellissimi. E penso di avere dato il mio contributo. Spero che la storia possa ripetersi".
    Come è cambiato Sammarco?
    "Più vecchio, anche più esperto credo. Le difficoltà aiutano a credere. Alla Samp ho vissuto campionati di vertice. All'Udinese ho passato un momento brutto a causa dell'infortunio che mi è capitato. A Cesena sono tornaro a lottare per non retrocedere. E quindi non mi sono fatto mancare nulla".
    Il momento più bello della sua avventura veronese?
    "L'esordio da titolare in A contro la Roma è stata la ciliegina sulla torta della mia carriera. Ma ricordo con grande piacere anche la salvezza ottenuta proprio all'Olimpico contro i giallorossi (era la stagione 2004-2005) al termine di una stagione passata a rincorrere il nostro obiettivo".
    Un compagno?
    "Matteo Brighi, ho passato praticamente tre anni in simbiosi. Facevamo tutto insieme. E devo dire che mi ha aiutato tantissimo anche in campo".
    E gli allenatori?
    "Non voglio fare distinzioni. Ho avuto Beretta, D'Angelo, Pillon e Delneri. Mi hanno dato tanto. Ho raccolto molte cose positive da loro".
    La trattativa come è nata?
    "Se ne parlava da tanto. E' andata avanti con fatica. Ma al momento giusto si è sbloccata".
    Il nuovo Chievo?
    "Avverto che c'è grande voglia di far bene. L'obiettivo non è cambiato. La filosofia rimane sempre la stessa. Non è cambiato quasi niente. Ogni anno bisogna riconfermarsi. Lottare è la nostra missione. Ma sapevo che avrei trovato tutto questo. E sono felice di avere fatto questa scelta".
    Occasioni perse? Rimpianti?
    "A questo punto della carriera penso proprio di no. Sono convinto che ognuno ha quello che si merita. E poi non sono abituato a guardarmi alle spalle. Voglio vivere il momento, voglio vivere questa avventura nel miglior modo possibile".
    Chievo cos'è?
    "Chievo è una storia già vissuta. E' qualcosa che volevo rivivere. E' quello che voglio oggi. Penso sia la cosa più giusta per il mio presente".


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