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  • Carpimania: che sconfitta quello stadio vuoto

    Carpimania: che sconfitta quello stadio vuoto

    • Gabriele Pasca
    Il Carpi ieri non meritava di vincere, e vi prego di prendervi due minuti in più di tempo per capire il perché. Naturalmente lo ha meritato, eccome, sul campo da gioco, disputando una partita intensissima, fin dal primo pallone. Eppure i pochi carpigiani che ieri hanno deciso di recarsi al Braglia di Modena per dar manforte ai propri beniamini, sicuramente si aspettavano una curva gremita; e come dargli torto, la società aveva deciso di mettere in vendita i biglietti a 3 euro: una promozione ghiotta per una partita fondamentale. Contro il Frosinone era l’ultima chiamata per una squadra, il Carpi, che sta ancora dimostrando tutta la propria voglia di giocare la massima serie. Contro tutti, però. Per molto tempo contro la sfortuna, alcune volte contro qualche svista, da fine agosto contro i carpigiani (non tutti, certo): quelli del “Carpi solo a Carpi”, per intenderci. Ieri, per l’ennesima volta, la tifoseria della squadra ospite ha dato una lezione al pubblico biancorosso: 1’500 persone hanno invaso Modena, di tutte le età: erano carichi, determinati, allegri. 450 chilometri percorsi tra speranze di salvezza e, comunque, di vittoria. E come dargli torto. Loro, come il Carpi, hanno patito il dileggio delle più alte rappresentanze dello sport nazionale, scocciate di vedere questi piccoli “paeselli” in serie A. 450 contro 15, di chilometri, eppure hanno vinto i “forestieri”, perché, se non fosse stato per le nutrite rappresentanze di società giovanili, allo stadio si sarebbe respirata un aria di sconfitta, quantomeno morale. La sconfitta di una curva ancora troppo provinciale per poter pensare di restare in A. Perché, diciamolo, nella salvezza non ci ha mai sperato nessuno; e non c’è campanile che tenga dietro la scelta mirata di boicottare una stagione. E comunque non si parla solo del tifo organizzato, anzi, molti gruppi di supporter hanno sostenuto trasferte ben più pesanti di quelle dei frusinati, fatta salva la loro scelta di non prender parte alle partite casalinghe. Qui parliamo del panettiere, della massaia, dell’avvocato e della commessa che, stavolta no, non aveva altro motivo di appiglio se non la clamorosa affermazione di un provincialismo oltremodo cieco e pigro. Il Carpi merita di più, la società merita di meglio, i giocatori ed il mister meritano il meglio. Ad oggi hanno solo ricevuto mediocrità.

    Ecco perché, questa volta, la vittoria si arrende alla tristezza. Ecco perché, più del modulo giusto o dei cambi azzeccati, sembrava prioritario fare una denuncia. Probabilmente non cambierà nulla, anzi, sicuramente, ma è sempre meglio che continuare a menar vanto su di una città che ci crede. Ci credono in pochi. La speranza di affacciarsi al balcone e vedere la partita senza aprire la saccoccia ha vinto. Ha vinto la voglia di arrivare allo stadio a piedi. Ha vinto l’indifferenza. Comunque, ha vinto anche un ottimo Carpi, ma questo hanno avuto modo di assaporarlo in pochi.

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