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  • Caso razzismo Acerbi-Juan Jesus: la procura Figc aprirà un'indagine. Quanto rischia, c'è un precedente

    Caso razzismo Acerbi-Juan Jesus: la procura Figc aprirà un'indagine. Quanto rischia, c'è un precedente

    L'accusa è pesante, l'esclusione dalla Nazionale una grossa prova in favore dell'accura, e il caso di presunto razzismo che ha visto coinvolto il difensore dell'Inter Francesco Acerbi nei confronti del difensore del Napoli Juan Jesus si sta allargando e vedrà coinvolta anche la procura della Figc.

    CONTA IL REFERTO - Le parole di Juan Jesus al direttore di gara La Penna che sono state viste in televisione sono una prova, quello che ha poi detto a fine partita conta il giusto, quello che più conterà è invece il referto dell'arbitro in cui è stato raccontato chiaramente cosa abbia detto il difensore all'arbitro in campo.

    LA PROCURA APRE UN'INDAGINE - La Procura Federale aprirà un'indagine acquisendo il referto arbitrale e quelli degli ispettori di Lega e della Procura stessa. Oltre a questo saranno ascoltati i diretti interessati, a cominciare da Juan Jesus, passando per Acerbi e chiudendo anche con il direttore di gara.

    C'E' UN PRECEDENTE - L'ex procuratore aggiunto della Figc Di Lello, a Radio Punto Nuovo ha svelato anche un precedente che ha visto protagonisti Joel Obi e Michele Marconi in Chievo-Pisa: “Se l’arbitro non ha sentito le parole, la prova può essere anche logica anziché fattuale. Molti ricorderanno il precedente di Chievo-Pisa, dove un calciatore del Pisa prese 10 giornate di squalifica senza la certezza del referto o delle immagini televisive. La Corte d’Appello diede ragione ad Obi, al tempo al Chievo, sulla certezza di tre punti: che mancassero ragioni di rancore tra i due, che fosse stato detto qualcosa dalle scuse successive e dalle immediate proteste dell’offeso. Presupposti che potrebbero esserci anche adesso tra Juan Jesus e Acerbi".

    COSA RISCHIA - Sempre il procuratore Di Lello ha chiarito cosa rischia Acerbi: "La lotta al razzismo è tra i principi fondanti dello sport italiano, coperto e tutelato dalla Giustizia Sportiva. Se confermato, le sanzioni parlano chiaro: 10 giornate di squalifica e addirittura il divieto a partecipare alle manifestazioni sportive, quasi a mo’ di DASPO".

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