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  • Cesena:| Dov’è finito Jorge Martinez?

    Cesena:| Dov’è finito Jorge Martinez?

    Cercasi Malaka disperatamente. In quale remoto tunnel s’è infilato Jorge Martinez, passato nell’arco di due anni dall’essere il fiore all’occhiello del mercato bianconero (della Juventus), pagato 12 milioni al Catania, a diventare l’ultima delle riserve bianconere (del Cesena)?
    Riserva. Già, perché questa è la realtà delle cose. Martinez arrivò in agosto come sostituto designato di Emanuele Giaccherini, ma si pensava che potesse dare per lo meno quanto il folletto di Talla. Esperienza, conoscenza della serie A, doti fisiche e atletiche: il Malaka aveva tutto per diventare un titolare fisso e imprescindibile dell’undici che ai tempi era guidato da Giampaolo. E invece, prima un ritardo di condizione ne ha frenato la continuità, poi una serie incredibili di problemi fisici ne hanno bloccato qualsiasi potenziale. Tant’è che l’unico gol segnato in stagione (ai più forse sarà sfuggito) è quello che ha permesso al Cesena di battere il Brescia… nel campionato Primavera (22 ottobre, Brescia-Cesena 0-1). Insomma, una delusione continua. Fino all’ultimo episodio: Lazio-Cesena 3-2, quando prima di lui hanno trovato posto in campo Rennella (leggi: un semi-debuttante in serie A) e Del Nero (leggi: uno che in stagione aveva giocato 21 minuti).

    Avvio. E dire che nelle prime gare di campionato, quando Ghezzal non correva, Candreva giocava fuori ruolo e Mutu pascolava solo e solitario là davanti, il Malaka veniva impiegato col contagocce. Minuti giocati: 10 contro il Napoli, 12 a Catania, 45 a Milano contro i rossoneri, 4 contro il Chievo.
    Nel match di andata a San Siro la vera, grande occasione: il Cesena sta perdendo 1-0 ma fondamentalmente non demerita, al 20’ Candreva lavora un pallone sulla destra, crossa teso in mezzo trovando la difesa del Milan addormentata. Sul pallone s’avventa proprio Martinez, tra gli immobili Taiwo e Thiago Silva, ma Abbiati è bravo e fortunato ad anticipare l’uruguaiano che era pronto a deviare in rete. Avesse fatto gol, forse sarebbero cambiate molte cose, per lui, per Giampaolo e per tutto il Cesena. Invece la storia è andata diversamente. Guai. Si dirà: avendo giocato così poco, il Malaka non avrà nemmeno inciso. E invece stava rischiando di combinarla grossa: ci riferiamo al fallo di mano da rigore nel corso della sua unica apparizione di rilievo, Cesena-Cagliari 1-1 del 26 ottobre. Martinez giocò 87 minuti di qualità e quantità, risultando il migliore dei suoi, ma nel primo tempo ebbe la non felice idea di fermare col braccio un cross di Cossu. Rigore, gol di Nenè e bianconeri che pareggiarono con un altro famoso penalty, quello della sceneggiata di Giampaolo dopo il tira e molla Ghezzal-Candreva. Da lì in poi Martinez scese in campo per un tempo nella sciagurata trasferta di Parma, e poi il crac. Sembrava un semplice problema al polpaccio, di natura muscolare, e in effetti così era. Solo che l’uruguaiano non riusciva a guarire, non si sentiva in forma tant’è che lo si è visto all’opera solo il 12 gennaio: un quarto d’ora nella sfida di Coppa Italia persa al San Paolo contro il Napoli. Poi un altro quarto d’ora contro il Novara, mezz’ora con l’Atalanta, e un altro quarto d’ora nello 0-0 di Napoli (in campionato). Fino alla gara contro la Lazio: possibile che l’acerbo Rennella e il lungodegente Del Nero potessero essere più utili alla causa del Malaka? Uno che se ha gamba è bravo come pochi altri a dare profondità, senza dimenticare le doti tecniche. Ad oggi, la stagione di Jorge Martinez è un grosso, grossissimo mistero. A lui il compito il smentire e (magari) zittire gli scettici.


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