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  • Cesena:| Zero punti e zero gol

    Cesena:| Zero punti e zero gol

     Palermo e Chievo viaggiano secondo le previsioni, ma in trasferta vanno male, visto che hanno raccolto un solo punto. C’è poi una sola squadra che in trasferta è a quota zero. Indovinate quale.
    Non si tira mai. Il Cesena da viaggio è senza punti e non ha segnato neanche un gol in trasferta: quest’ultimo è un record negativo condiviso incredibilmente anche dal Palermo. Un Palermo che ha mosso la classifica fuori casa solo alla quinta giornata (Lazio-Palermo 0-0), ma ha risolto i suoi problemi con un 5/5 di vittorie al Barbera.
    La sterilità offensiva non è stata casuale, ma è semplicemente figlia di tutto quello che si è visto in questi primi due mesi di campionato, con la sagra del passaggio orizzontale e pochissimi calci verso i pali. Non può essere un caso che una delle prime novità degli allenamenti di Arrigoni sia stata l’introduzione di una terza porta nelle partitelle, giusto per ricordare quale sia il fine ultimo della partita, l’essenza spicciola e brutale di questo gioco. Medie ridicole. I numeri delle conclusioni delle prime quattro trasferte sono inaccettabili per qualsiasi squadra professionistica. I tiri in porta sono stati 2.75 a partita, quelli fuori 3.25. Cosa sono 2.75 tiri in porta a partita? Sono un batti e ribatti in area con doppia parata del portiere e poi si può anche andare a casa, tanto non c’è niente altro da vedere. C’era un bel progetto pieno di tante idee in estate, un progetto che piaceva a tutti. In fondo, se un presidente e un allenatore dicono: «Compriamo dei buoni giocatori per una squadra che giochi bene a calcio», come si fa a non essere d’accordo con loro? Poi c’è stato il riscontro sul campo e il riscontro sul campo dice che per ora il Cesena non ha mai giocato in trasferta per vincere.

    Catania, Milan, Siena e Parma non hanno mai avuto paura di chi hanno avuto di fronte, nemmeno per cinque minuti. Mai uno sprazzo di bagarre, mai due o tre situazioni di pericolosità nei pressi dell’area: una povertà che fa a pugni con la ricchezza senza precedenti della campagna acquisti. Palle-gol. L’occasione più nitida in trasferta non è stata nemmeno un tiro. Storia del 20’ del primo tempo di Milan-Cesena: cross di Candreva da destra per Martinez in area, Abbiati non ci arriva, ma non ci arriva neanche Martinez e tutto muore lì. È l’unica palla-gol dentro l’area in campo esterno di questo inizio di campionato. Subito a ruota c’è il clamoroso palo interno colpito da Candreva con un tiro dalla distanza a Siena, un tiro dalla distanza abbastanza episodico in una partita mai nata.
    Voglia di rischiare. Un atteggiamento così remissivo è lo specchio di una squadra che non credeva abbastanza in se stessa. C’era la testa piena di tante cose, ma sicuramente non di fiducia e autostima. Vivendo di paure si è rimasti a zero, quindi tanto vale osare e uscire dal guscio. In fondo, la cosa peggiore che può capitare è perdere, ovvero né più né meno di quello che è già successo.
    È rischiando qualcosa che si spezza questa apatia e magari torna un po’ di fortuna. Rischiando si guadagna: è stato il vero messaggio della gestione di questi anni di Campedelli, uno che ultimamente ha rischiato di brutto con i tempi, iniziando a costruire il sintetico al Manuzzi la mattina del 14 agosto. Gli avevano pure anticipato Cesena-Napoli al 10 settembre, eppure ce l’ha fatta, e in quei 27 giorni avesse piovuto un giorno che sia uno. Campedelli ha rischiato e ha vinto: la sua squadra da mesi non fa più entrambe le cose.

     


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