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  • Cessione Sampdoria: distanza minima, ma Ferrero non molla. Il gruppo Vialli è a Genova, i dettagli

    Cessione Sampdoria: distanza minima, ma Ferrero non molla. Il gruppo Vialli è a Genova, i dettagli

    • Renzo Parodi
    In una mattinata bigia e umida nel borgo marinaro di Boccadasse, reso celebre dalla penna di Andrea Camilleri che vi aveva installato Livia, la fidanzata del commissario Montalbano, compaiono a sorpresa Kames Dinan e Alex Knaster. In compagnia di Federico Oliva, il responsabile per l’Europa del Fondo York Capital che fa capo a Dinan; mentre Knaster è il patron del fondo Pamplona. L’investimento sul club genovese peraltro non risale ai fondi, ma discende da capitali privati dei due finanzieri, che valgono, insieme, oltre 4 miliardi di dollari. Dinan e Knaster erano scesi in campo da mesi per strappare – è la parola giusta – la Sampdoria a Massimo Ferrero. 

    Dal borgo incantato al terreno di allenamento di Bogliasco la strada è breve, circa 5 chilometri.  Accompagnati da Alberto Bosco, CFO (ossia direttore amministrativo della società blucerchiata) i due mega businessemen hanno visitato gli impianti, in corso di ristrutturazione. Nuovi campi (in tutto saranno quattro), nuovi spogliatoi per la prima squadra e la squadra “primavera”, una palazzina adibita a resort e poco più a valle la nuova sede sociale che tra breve rimpiazzerà gli uffici di Corte Lambruschini, in centro città, che ovviamente hanno ricevuto la  visita dei due tycoon. Nessun incontro in agenda con Massimo Ferrero, che si trova fuori Genova, né col suo uomo di fiducia, il commercialista Gianluca Vidal, incaricato di condurre l’estenuante trattativa, sbocciata quasi un anno fa, allorché Gianluca Vialli, eroe eponimo col “gemello” Roberto Mancini dello scudetto della Sampdoria (stagione 1990/91) era sceso in campo al loro fianco impegnando tutta la suggestione e il carisma del proprio personaggio. 

    La visita genovese di Dinan e Knaster segnala la seria intenzione del cosiddetto Gruppo Vialli (di cui fa parte in veste di negoziatore, Fausto Zanetton, socio e  amico di Vialli) di acquistare il club, da cinque anni di proprietà del produttore cinematografico romano, che lo aveva ricevuto gratuitamente da Edoardo Garrone. I due uomini di affari potevano spedire a Genova propri collaboratori, invece si sono mossi personalmente e questo ha un significato. Probabilmente è la risposta, in guanti gialli, alle continue provocazioni di Ferrero che agli occhi dei tifosi cerca di farli passare per dei micragnosi miliardari e Vialli come un velleitario affarista in cerca di un palcoscenico. “I tifosi si illudono che il grande Vialli possa fare chissà cosa”.

    Proprio Vialli, uno degli sportivi più noti al mondo e l’idolo della Genova blucerchiata, l’attaccante che ha sollevato l’ultima Coppa dei Campioni vinta dalla Juventus, il giocatore della Nazionale italiana, il calciatore-manager del Chelsea. L’imprenditore e il commentatore televisivo che sta combattendo una difficile battaglia contro il cancro che lo ha colpito, sfoggiando uno spirito da guerriero. In una nota diramata dalla Sampdoria, Ferrero scrive che il soggiorno di Dinan e Knaster è “una semplice visita informale''. Trovandosi entrambi a Genova, uno in vacanza l’altro per ragioni di lavoro entrambi hanno chiesto di poter visitare le strutture del club. Una procedura assolutamente normale nell’ambito di una negoziazione.” Ancora uno schiaffo a due personaggi del calibro di Dinan e Knaster. 

    Dopo mesi e mesi in cui Ferrero aveva negato pesino l’esistenza di una trattativa col gruppo Vialli, martedì scorso aveva diramato un comunicato in cui annunciava la sottoscrizione da parte sua e della controparte di una lettera di intenti che fissava i paletti entro i quali la trattativa sarebbe dovuta essere finalizzata, tassativamente entro la fine del mese di settembre: agli investitori russo-americani operanti attraverso la CalcioInvest Llc, la società-veicolo costituita ad hoc a giugno dell’anno scorso in Delaware (Usa), è riservata l’esclusiva in merito alla presentazione dell’offerta di acquisto. Quello che non diceva Ferrero era che la prelazione concessa al fondo inglese Aquilor era scaduta il 5 agosto senza che fosse stata esercitata la clausola e fino al 19 agosto Ferrero non avrebbe potuto accettare nuove offerte. Infatti la lettera di intenti porta la data del 20 agosto. Non è un dettaglio, perché la tempistica di cui sopra spiega i ritardi – che Ferrero addebita alla controparte – nella formulazione dell’ultima offerta, definitiva e vincolante. Offerta che il presidente della Sampdoria,  ha già declinato. Chiarendo di non voler scontare neppure un euro da quanto aveva richiesto, ossia circa 90 milioni di euro. 

    L’offerta, da riconfermare, sarebbe di 5/6 milioni più bassa. La procedura corretta in casi come questo prevede una nuova due diligence (già in corso) sui conti del club per verificare che non si discostino da quelli accertati la scorsa primavera. Quindi la formalizzazione dell’offerta che, se accettata, prelude al signing (ossia alla firma delle parti) che conduce al closing (chiusura) dei contratti definitivi e al passaggio delle azioni della U.c. Sampdoria al nuovo proprietario.

    Ferrero, spavaldo, ribadisce che  “venderò il club solo alle condizioni che ho già posto, peraltro ridotte considerevolmente in  ragione del mio rispetto per la Sampdoria, i suoi tifosi, per la città di Genova nonché per la famiglia (i Garrone, ndr) che mi ha ceduto la società”. Il rispetto che dimostra ogni giorno attaccando i tifosi, cercando di coinvolgere Garrone (che è furioso) e avvelenando i pozzi blucerchiati. Parole al vento, insomma. I numeri sono numeri e Ferrero ha le spalle al muro. I tifosi sono in rivolta, la squadra ha esordito in campionato incassando un tremendo 0-3 casalingo dalla Lazio, il nuovo tecnico, Di Francesco, aspetta invano da settimane due-tre acquisti che risollevino la qualità dell’organico che ha perduto i due migliori fichi del bigoncio: il difensore Andersen, venduto al Lione per 26 milioni più 4 di bonus e il centrocampista, ceduto al Leicester per 20 milioni più 1,5 di bonus. Proprio su queste due cessioni si era incagliato il negoziato. Vialli era disposto a riconoscere a Ferrero un bonus di 10 milioni qualora dai due gioielli fossero arrivati 50 milioni. Senonché il cash si è fermato a 46 milioni e quindi il bonus, in teoria, non dovrebbe essere riconosciuto. 

    Gli altri nodi della trattativa – l’offerta è stata aumentata per tre volte – erano stati sciolti un mese fa dalla famiglia Garrone-Mondini, che garantirà fino a 20 milioni di euro (di fatto anticipando a Ferrero le relative royalties) legati alla rivendita di una dozzina di giocatori (tra cui Muriel e Bruno Fernandes) e ai piazzamenti in classifica dei prossimi due campionati. Attraverso questa nuova formula, Ferrero incasserebbe subito e cash l’intera somma riconosciuta dal gruppo Vialli. Ma qui sta l’ultimo ostacolo, quei 5/6 milioni di differenza tra domanda e offerta che “ballano” e che mantengono la valutazione complessiva del club al di sotto dei 90 milioni pretesi da Ferrero.

    Il Viperetta, tenendo fede al  velenoso soprannome, tiene duro e minaccia di tenersi il club. Ce la farà? Difficile. I tifosi sono sul piede di guerra e preparano contestazioni. A settembre incombe la scadenza del prestito ottenuto l’anno scorso (31 milioni e 700mila euro) per sventare il pignoramento di quattro locali cinematografici di sua proprietà. La Eleven Finance, società che cura gli interessi immobiliari e cinematografici di Ferrero (amministrata dalla figlia Vanessa), è precipitata in stato comatoso, sommersa dai debiti (oltre 70 milioni di euro, dei quali 25,4 col fisco) e avviata alla amministrazione controllata, schiantata da perdite che nel solo 2018 hanno fatto segnare un meno 55 milioni. Per non parlare del processo che lo attende il 20 settembre davanti al gup romano, in cui Ferrero è accusato di aver distratto oltre un milione di euro dalle casse della Sampdoria, nel 2015. Il rinvio a giudizio è probabile. Proprio questa vicenda ha acceso la rabbia dei sostenitori blucerchiati che esigono da Ferrero che tolga le tende e se ne torni a Roma. Il Viperetta fa spallucce e dice che va tutto bene, rinforzerà la squadra e la Sampdoria volerà. Se lui rimane, volerà giù dal burrone, probabilmente. 

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