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  • Ex Inter: Villas-Boas si dà al rally, la metafora della sua carriera da allenatore

    Ex Inter: Villas-Boas si dà al rally, la metafora della sua carriera da allenatore

    • Andrea Barbuti
    André Villas-Boas, conosciuto ai più per essere stato prima assistente di Mourinho e poi il più giovane allenatore a vincere una competizione europea, nel 2011 con il Porto, fra il 20 e il 23 maggio prenderà parte al Rally de Portugal 2021. L’allenatore portoghese è senza panchina dal 2 febbraio scorso, quando si era dimesso dal Marsiglia e ora può dedicarsi ad uno dei suoi più grandi hobby. 

    ANDRÉ IL PREDESTINATO - Luís André Pina Cabral de Villas-Boas, noto a tutti più semplicemente come André Villas-Boas, è un personaggio molto particolare e vale la pena raccontare la sua storia. Nasce il 17 ottobre 1977 a Porto da una nobile famiglia di origine inglese (suo nonno era barone di Paço Vieira, vicino a Guimaraes, nel distretto di Braga). Senza aver mai giocato a livello professionistico, a 16 anni entra in contatto con il leggendario Bobby Robson, allora allenatore del Porto, scrivendogli una lettera nella quale gli consigliava un utilizzo più efficace del suo idolo, l’attaccante Domingos Paciencia, ed entra a far parte del suo staff. Nel 2000, a 23 anni, gli viene offerto l’incarico di CT della nazionale delle Isole Vergini Britanniche, ma viene esonerato dopo due partite. Subito dopo diventa assistente di José Mourinho, con il quale rimane per 9 anni, durante i trionfi con Porto, Chelsea e Inter. Lo abbandona nel 2009 per andare ad allenare l’Academica di Coimbra, perdendosi il Triplete ma guadagnandosi, con una grande stagione alla guida degli Estudiantes, il sogno di allenare il Porto. Al primo anno fa il suo di triplete. Vince subito campionato, coppa ed Europa League, diventando, a 33 anni e 213 giorni, il più giovane allenatore della storia a vincere una competizione europea (il record era di Vialli e resisteva dal 1998). In finale batte 1-0 il Braga, allenato proprio da Paciencia: non solo il suo idolo, ma anche il motivo per cui è diventato allenatore. È il punto più alto della sua carriera.

    DALLA GLORIA ALLE DIMISSIONI DAL MARSIGLIA - Negli anni successivi, Villas-Boas cambia squadra praticamente ogni anno, passando per Chelsea, Tottenham, Zenit e Shanghai SIPG. Poi resta fermo per due anni, prima di approdare al Marsiglia nel 2019. In Provenza, al primo anno conquista un ottimo secondo posto, ma la stagione 2020/21 è fallimentare: ultimo nel girone di Champions, sconfitto nel Classique di Supercoppa dal PSG e decimo in campionato. Il 2 febbraio rassegna le sue dimissioni a causa di alcune divergenze con la società. In particolare, vive l’acquisto dell’ex genoano Ntcham, giocatore completamente diverso da quelli da lui richiesti, come un affronto alla sua professionalità. Nel suo palmares, a soli 43 anni, può vantare un’Europa League, un campionato portoghese, un campionato russo, una Coppa di Portogallo, una Coppa di Russia, una Supercoppa di Portogallo ed una Supercoppa di Russia.

    LA PASSIONE PER IL RALLY - Quando Villas-Boas rimane senza panchina si dà subito alla sua passione per il rally. Già nel 2018, dopo la fine dell’esperienza in Cina, aveva partecipato al Rally di Dakar su una Toyota, in coppia con il celebre pilota Ruben Faria, suo connazionale, che vanta un secondo posto nell’edizione 2013 della corsa. Purtroppo, però, non finisce la competizione, costretto a ritirarsi da dei forti dolori alla schiena. A gennaio 2021, mentre sedeva ancora sulla panchina del Velodrome, ha fatto da ambasciatore all’Ong Ace Africa durante il Rally di Montecarlo ed ora è arrivato il momento per lui di esordire nella categoria WRC3 del campionato mondiale di rally. Lo farà a casa sua, nella tappa lusitana, il prestigioso Rally de Portugal, su una Citroen C3 con il numero 57. Il circuito, tutto sterrato, è uno dei più famosi al mondo (nel 2000 è stato insignito del premio di miglior rally dell’anno) ed è uno di quelli che vantano maggior presenza di pubblico, in circostanze normali.

    In attesa di ritrovare una panchina, Villas-Boas si cimenterà in una delle più affascinanti discipline automobilistiche, fatta di dossi, curve, derapate, adrenalina, sudore e tanta polvere, nella quale un momento fai un numero pazzesco mandando in visibilio la folla e quello dopo ti ritrovi cappottato, fuori gara, dolorante e tutti si sono già dimenticati di te, una disciplina che, se vogliamo vederla a questa maniera, è un po’ la metafora della lunga e precoce carriera di André Villas-Boas.
     

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