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  • Codacons: 'Gare a porte chiuse? Vanno rimborsati biglietti e abbonamenti. Pronti a fare la guerra ai club'

    Codacons: 'Gare a porte chiuse? Vanno rimborsati biglietti e abbonamenti. Pronti a fare la guerra ai club'

    Mentre i vertici della Serie A discutono su come muoversi per riformulare il calendario calcistico abbondantemente provato dall'emergenza Coronavirus, il Codacons, l'associazione che tutela i consumatori, è pronta ad avviare una battaglia legale contro i club nel caso in cui prevalga la linea del giocare le prossime partite a porte chiuse.

    Dal Codacons arriva il monito ai club che, in caso di partite a porte chiuse, saranno tenuti a rimborsare il costo dei biglietti e degli abbonamenti già sottoscritti dai tifosi. Se ciò non accadrà è già pronta una class action per fare la guerra ai club per vie legali.

    ILCOMUNICATO - 
    Mentre si fa sempre più concreta la possibilità di disputare, almeno per un mese, tutte le partite di calcio a porte chiuse, il Codacons lancia un monito alle società sportive: tutti i biglietti e gli abbonamenti allo stadio andranno rimborsati ai tifosi, o scatterà una maxi-class action a tutela dei diritti degli utenti.

    “E’ evidente che, in caso di limitazioni al pubblico per gli incontri calcistici, chi ha in mano biglietti e abbonamenti ha diritto al rimborso, al pari di quanto sta avvenendo per biglietti aerei e pacchetti vacanza non usufruiti a casa del coronavirus – afferma il presidente Carlo Rienzi – In particolare le società dovranno restituire agli utenti la parte di abbonamento allo stadio non goduta, proporzionale al numero di partite disputate a porte chiuse, e rimborsare integralmente i singoli biglietti, considerato che a fronte di un pagamento da parte dei consumatori non sarà resa la controprestazione oggetto del contratto”.

    “Se le società calcistiche rifiuteranno di disporre rimborsi in favore dei tifosi, scatterà nei loro confronti una maxi-class action promossa dal Codacons per conto di migliaia di utenti danneggiati nei loro diritti fondamentali” – conclude Rienzi.
     

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