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  • Inter, Pioli e Conte hanno tracciato la via: ecco come si fa male al Liverpool

    Inter, Pioli e Conte hanno tracciato la via: ecco come si fa male al Liverpool

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Se provate a disegnare o costruire un mostro, vi accorgerete subito che è praticamente impossibile non conferirgli una forma, una struttura, da cui dipenderà coerentemente la sua capacità di movimento. Ebbene, il Liverpool di Klopp non fa eccezione. Fa paura, ma funziona pur sempre in un certo modo. È dunque compito dello staff di Inzaghi individuare le caratteristiche di tale funzionamento, senza alcun timore reverenziale. Perché dove ha inizio l’analisi finisce la paura e nascono le idee. Questo almeno, il più delle volte. 

    Dati alla mano, il Liverpool di Klopp è quasi imbattibile, ha perso solo due partite in questa stagione: il 7 novembre contro il West Ham (3-2) e il 28 dicembre contro il Leicester (1-0). In campionato però ha subìto 19 gol, ed è la quarta miglior difesa, non la prima. In Champions invece sono 6 i palloni raccolti in rete da Alisson, la metà dei quali provengono da una squadra italiana, il che fa ben sperare. In vista del match di stasera, abbiamo cercato di isolare alcune costanti che ritornano. Proviamo anche noi a smontare il mostro. 

    CASTIGARE KLOPP SUL LATO PALLA: IL LEICESTER DI BRENDAN RODGERS - Molto, molto, molto interessante il gol vittoria contro il Liverpool del Leicester di Brendan Rodgers. Andiamo oltre ciò che è noto e risaputo, che il Liverpool si sbilancia tanto in fase offensiva e dunque va colpito in contropiede. D’accordo, per carità. Ma guardiamo anche altre soluzioni, ad esempio questa idea che sta dietro al gol di Lookman.

    Inter, Pioli e Conte hanno tracciato la via: ecco come si fa male al Liverpool

    Essendo il Liverpool una squadra iper-aggressiva, il suo 4-3-3 tende a modellarsi-deformarsi in relazione alla posizione e al movimento della palla. È opportuno allora creare link di passaggio e associazioni con questa precisa consapevolezza. Nell’immagine sopra vediamo Alexander-Arnold (il terzino) abbandonare la linea difensiva per uscire forte su Lookman, che a sua volta tenta di accentrarsi in conduzione, spalle alla porta. In bianco ho sottolineato tre posizioni-soluzioni provvisorie (Castagne, Vardy, Dewsbury-Hall) che potrebbero insidiare la struttura del Liverpool mentre reagisce e si adatta a questi eventi. La prima idea che viene in mente è sfruttare un cambio di gioco per il terzino opposto (Castagne), o tramite un lancio diretto o attraverso una sequenza di passaggi intermedi. Pensate in questo senso alla funzionalità dei quinti dell’Inter (Dumfries e Perisic…). Ma Lookman del Leicester ha fregato il Liverpool battendo un’altra via, una via meno intuitiva ma non per questo meno logica. Anzi… Sterzata secca e insistenza sul lato palla. Dei tre citati, l’uomo più pericoloso era Dewsbury-Hall.

    Inter, Pioli e Conte hanno tracciato la via: ecco come si fa male al Liverpool

    Se Alexander-Arnold infatti è uscito forte, si è creata una debolezza alle sue spalle. Perché cambiare gioco se posso ragionare e minacciare la struttura avversaria su questo lato in maniera più veloce e diretta? Voi direte, ma l’Inter non ha lo stesso sistema del Leicester! Certo, ma non ragionate come un libro di tattica basato sulle contrapposizioni dei moduli. Inzaghi sa liberare benissimo i suoi giocatori dal sistema di riferimento. Quel che occorre è portare uomini in posizioni e situazioni strategiche. Guardate cosa genera questa intuizione di Lookman: un potenziale 4 vs 3, che si può ridurre ulteriormente in un 3 vs 2 in zona palla.

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    Sulla conduzione di Dewsbury-Hall infatti Lookman si inserisce sorprendendo Alexander-Arnold (la seconda o la terza reazione difensiva è sempre meno lucida della prima). Il centrale Matip è costretto a ‘scivolare’ sul portatore, mentre a causa di Vardy (fondamentale il movimento divergente del centravanti) Van Dijk non può stringere troppo. Si crea un varco. Ed è proprio in quello spazio che andrà a inserirsi Lookman, premiato con estrema razionalità dal passaggio del compagno. Da qui il gol.

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    Questo stesso bug difensivo è stato sfruttato anche dal Chelsea di Tuchel, nello scontro diretto del 2 gennaio finito in parità (2-2). Mutatis mutandis (lì tutto nasce da un anticipo di Rudiger su Salah), andatevi a rivedere il gol di Pulisic su assist di Kanté.


    LA VARIANTE DI PIOLI - Il trattamento di questa ‘debolezza’ del Liverpool ha le sue varianti. Mi viene in mente il raddoppio del Milan ad Anfield. Di nuovo i centrali di Klopp (qui sotto Matip e Gomez) restano soli a fronteggiare l’offensiva avversaria, con Alexander-Arnold tagliato fuori (aveva subìto una triangolazione nell’altra metà campo, tra Leao e Theo). In questo caso è molto funzionale il movimento di Rebic, che va a incrociare la conduzione di Leao per portare una superiorità numerica ai danni del povero Matip, proprio là dove si è generata la debolezza.

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    E qui il passaggio avviene (caso uguale e contrario) dall’interno all’esterno, da Leao a Rebic.

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    Chi potrebbe svolgere questa che chiameremo per comodità ‘funzione Rebic’ nell’Inter? Chiunque si trovi nelle condizioni di poterlo fare, è la risposta più corretta. Potremmo poi semplificare rispondendo: la seconda punta soprattutto. Lautaro va benissimo, ma è chiaro che un giocatore come Sanchez sarebbe ancora più indicato, se si vogliono andare a colpire certe cosette. Correa sarebbe stato l’ideale

    CASTIGARE KLOPP SUL LATO DEBOLE: DA FRANK A CONTE - Altro capitolo importante: il lato debole. Il Liverpool fa il 4-3-3 e nell’arco di una partita gli esterni offensivi come Salah, Mané, Jota e Luis Diaz è normale che non riescano sempre a ripiegare in tempo, così come le mezzali, spesso attratte dal lato palla. Specialmente se la squadra avversaria ha i quinti e li usa come si deve. Come l’Inter ad esempio. Ed ecco uno dei possibili motivi per cui Klopp teme Perisic. Il croato è temibile tra le altre cose quando spiovono cross sul secondo palo. E lo stesso discorso vale anche per Dumfries (o Darmian), che non dovrà vedersela con Alexander-Arnold bensì con Robertson. Qui sotto l’origine del 3 a 3 del Brentford allenato dal danese Thomas Frank (la gara risale al 25 settembre).

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    Una partita che Inzaghi, con staff e giocatori, avrà analizzato di sicuro sarà stata certamente Tottenham-Liverpool del 19 dicembre (2-2). Gli Spurs infatti sono allenati da Antonio Conte, il tecnico che ha consegnato a Inzaghi l’Inter, dopo averla impostata sul 3-5-2. Sono cambiati dei principi di gioco tra le due gestioni, ma esistono ancora tanti punti di contatto. Da Conte, Inzaghi potrà rubare certi attacchi rapidi sul lato debole, con possibilità di andare diretti in verticale. Questa qui sotto è l’azione del gol di Kane. C’è una palla recuperata da Dele Alli sul centrosinistra, poi pulita dietro verso uno dei tre centrali, Sanchez, che immediatamente la gioca verso Ndombele nello spazio di mezzo opposto. Colpita una debolezza (Milner, la mezzala sinistra del Liverpool, sta rientrando da destra dopo una copertura), creato un link col lato debole.

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    Qui è importante comprendere la configurazione offensiva che viene ad assumere il Tottenham in situazioni come queste. Robertson (il terzino lato debole) è preso in mezzo da una superiorità numerica sia individuale (2 vs 1) che di reparto (3 vs 2). Infatti individualmente è minacciato da Kane e da Emerson Royal, quanto al reparto, quel che conta è ciò che sta al di qua dell’asse centrale del campo, ovvero un provvisorio 3 vs 2 (Son, Kane e Emerson Royal vs Robertson e Konaté). Ndombele ha due soluzioni immediate, una facile (aprire per il quinto), l’altra più complicata (verticalizzare nel corridoio per Kane). Sceglierà coraggiosamente la seconda, infilando la difesa del Liverpool con un assist perfetto. 

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    ANCORA PIOLI - Concluderei allora tornando di nuovo al Milan di Pioli, che ci ha mostrato una variante ‘per vie centrali’ di questi ultimi concetti. Il gol di Rebic ad Anfield si origina proprio dalla potenziale ricerca e minaccia del lato debole tramite un link intermedio tra le linee (Saelemaekers raggiunto dal passaggio diagonale di Diaz). Notate Robertson isolato in un potenziale 2 vs 1 a sfavore, con Calabria in ampiezza (Jota in ritardo…) e il belga solo sulla trequarti. Non ha importanza il ruolo di Saelemaekers, in quella posizione l’Inter può portarci una mezzala. Dopo, è chiaro, chi riceve sceglie cosa fare, perché gli si apre davanti un ventaglio di possibilità. Si può anche puntare e combinare per vie centrali come fece brillantemente il Milan. Perché anche l’Inter di Inzaghi lo sa fare benone

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