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  • Conte attacca Agnelli per una frase che non ha detto: ce l'ha con lui perché non l'ha voluto alla Juve

    Conte attacca Agnelli per una frase che non ha detto: ce l'ha con lui perché non l'ha voluto alla Juve

    • Nicola Balice
    A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Così, dopo la frecciata a Maurizio Sarri di qualche settimana fa (“Stia serano, sta dalla parte dei forti”), quando il tecnico bianconero - parlando della differenza di orari - si riferiva alla Juve vista contro il Napoli e poi con la Fiorentina, ora Antonio Conte tira fuori le unghie nei confronti di Andrea Agnelli. “Ha sbagliato a difendermi, non bisognava nemmeno rispondere”: il riferimento è alla petizione online per togliergli la stella allo Stadium, che al contrario resterà dov'è, anche per volontà del presidente bianconero. Che però, almeno pubblicamente, non lo ha mai difeso, “semplicemente” non sembra intenzionato a dare ascolto a chi vuole rinnegare il Conte juventino. E la sensazione è che abbia nuovamente colto la prima palla al balzo, senza curarsi del fatto che poi la palla sia giusta. Ciò che forse sta a cuore al tecnico dell'Inter era tenere a distanza il più possibile il mondo Juve in questa sua fase di interismo interiore. Non ha bisogno che Agnelli lo difenda dunque, non ha bisogno che nessuno lo faccia dal mondo Juve.

    NERVO SCOPERTO – C'è però anche un'altra verità. Quella che vede Conte allergico ad ogni riferimento, diretto o indiretto, che lo può ricondurre al rapporto con Agnelli. Perché prima di dire sì all'Inter, al netto di tutte le smentite che poi hanno fatto il gioco di entrambe le squadre, Conte ha sperato davvero di poter tornare nella casa bianconera. Il motivo dei rinvii nell'annuncio era proprio questo, mentre si delineava la fine dell'era Allegri, alla Continassa si creavano i partiti. Tra questi anche quello pro-Conte, con Fabio Paratici e Pavel Nedved che prima di virare con forza su Sarri erano determinanti nel perorare la causa dell'allenatore che aveva aperto questo ciclo di trionfi juventini. Senza però riuscire a smuovere mai Agnelli (e John Elkann) dalla loro posizione: per la proprietà, Conte con la fuga del 2014 ha sancito una volta per tutte la fine della sua storia alla Juve. La stella può restare, non c'è nemmeno bisogno di dirlo. Ma la panchina non sarà più sua. Ed è questo che a Conte, l'interista-juventino, non riesce proprio ad andare giù.

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