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Conte sbaglia, Inzaghi no e la Lazio sorpassa l'Inter. L'Europa League un problema, ma con Eriksen sarà scudetto

Conte sbaglia, Inzaghi no e la Lazio sorpassa l'Inter. L'Europa League un problema, ma con Eriksen sarà scudetto

  • Giancarlo Padovan
    Giancarlo Padovan
L’Inter a Roma subisce il doppio sorpasso della Lazio. In vantaggio con Young al 44’ del primo tempo, si fa raggiungere da un rigore di Immobile (50’) e superare da una prodezza in mischia di Milinkovic Savic (69’) che nel primo tempo aveva colpito anche la traversa. Così non solo perde la partita in rimonta (seconda sconfitta, la prima fuori casa), ma la Lazio la stacca anche in classifica. I biancocelesti sono secondi ad un punto dalla Juve, l’Inter è due gradini sotto.

Per me l’Inter non meritava di perdere. Anche se per mezzora del secondo tempo è stata troppo docile e, a tratti persino passiva, e Conte ha inserito Eriksen troppo tardi (77’ al posto di Brozovic). Quello era un cambio da fare subito dopo il gol del 2-1, così come andava corretto il sistema di gioco che, in effetti, con l’ingresso del danese, è virato al 3-4-1-2. Anche Sanchez andava messo prima dell’86’ (passaggio al 4-3-3). Il sostituito Godin che se l’è presa ancora una volta. L’uruguaiano non ha tutti i torti. In un finale in cui non sono mancate le palle lunghe e cross, i colpi di testa di Godin sarebbero potuti servire.

La Lazio ha vinto speculando su un calcio di rigore peraltro solare (l’ex de Vrij, che ha commesso il fallo su Immobile, andava anche espulso per aver impedito una chiara occasione da rete) e su un calcio d’angolo (prima del tiro risolutore di Milinkovic Savic era stato Brozovic a salvare di coscia su conclusione di Marusic).

Naturalmente, dopo il vantaggio biancoceleste, si è visto un contropiede condotto da Immobile e sprecato da Correa (subentrato a Caicedo), come pure lo stesso Immobile si è smarcato in area tra Godin e Skriniar chiamando Padelli ad una respinta prodigiosa.

L’Inter avrebbe potuto pareggiare solo con Lukaku (grande intervento difensivo di Acerbi, il migliore con Milinkovic) oppure con i tiri da fuori di Eriksen. Quando ci ha provato, Strakosha non ha trattenuto (come in occasione del gol interista di Young) e Lautaro, servito dallo stesso Young,  ha segnato ma in fuorigioco. Lautaro ha fatto solo quello e i nerazzurri hanno giocato con un uomo in meno.

Partita equilibratissima per 70 minuti, ma non propriamente bellissima. Tattica piuttosto, con Inzaghi più tempestivo di Conte quando si è trattato di chiudere i rifornimenti laterali propiziati da Young e soprattutto da Candreva. Simone ha fatto una doppia sostituzione al 65’ (il risultato era ancora di 1-1) inserendo Lazzari (spostato a destra) per Jony (giocava a sinistra) e dirottando Marusic sul versante mancino. Dentro pure Correa per Caicedo che ha lottato come un leone pur toccando poche palle.

Conte ha replicato inserendo Moses al posto di Candreva, calato alla distanza, dopo un primo tempo a polmoni spiegati (da un suo tiro, respinto centralmente da Strakosha, era arrivato il vantaggio dell’Inter) e quasi contemporaneamente Brozovic con Eriksen, schierando il danese a ridosso delle punte. Nel calcio non esiste la controprova e a parlare dopo sono capaci tutti, però a Eriksen non si può rinunciare.

Tutto mi sarei aspettato, ma non che l’Inter, dopo la sconfitta interna con il Napoli in Coppa Italia, ne infilasse un’altra, in campionato, con la Lazio. La condizione fisica non è delle migliori (poco pressing e approssimativo) e, dunque, anche il furore si è affievolito. Il problema è che giovedì riparte l’Europa League e l’Inter è nel novero delle squadre che potrebbero vincerla.
Adesso la rosa è più ampia, ma il gioco di Conte esige un dispendio fisico e nervoso in grande quantità.

Significa che l’Inter deve scegliere tra scudetto e Coppe? Io non credo proprio. Perché se si sta lavorando per una mentalità vincente, non ci sono competizioni da snobbare. Tuttavia Conte ha delle priorità: scudetto, Europa League e Coppa Italia. Non si priva di niente, anche se il più gradito è il titolo nazionale perchè manca da dieci anni ai nerazzurri e perchè Conte, alla prima stagione, l’ha vinto ovunque.

Per me l’Inter resta la favorita, più di Juve e Lazio che l’hanno battuta, in ragione di due considerazioni: il valore dell’allenatore e una rosa opportunamente migliorata a gennaio. Roma è un inciampo su un percorso molto convincente. Certo, a Torino, contro la Juve, il primo marzo non si può sbagliare. Ma per quella sfida - ne sono certo - l’Inter tornerà ad essere pronta.
 

IL TABELLINO
Lazio-Inter 2-1 (primo tempo 0-1)

Marcatori: 44' pt Young (I), 5' st rig. Immobile, 25' st Milinkovic (L)

Lazio (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Marusic, Milinkovic, Leiva (35' st Cataldi), Luis Alberto, Jony (18' st Lazzari); Caicedo (18' st Correa), Immobile. All. Inzaghi

Inter  (3-5-2): Padelli; Skriniar, de Vrij, Godin (42' st Sanchez); Candreva (31' st Moses), Barella, Brozovic (31'st Eriksen), Vecino, Young; Lukaku, Lautaro Martinez. All. Conte

Arbitro: Rocchi di Firenze

Ammoniti: 4' st de Vrij (I), 6' st Leiva (L), 13' st Luiz Felipe (L), 34' Godin (L), 48' st Milinkovic (L)

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