Coppa d’Africa, scoppia il caso Mbemba: un difensore di 25, 22 e 19 anni
Come ogni anno la Coppa d’Africa regala sorprese. Eliminati i padroni di casa del Sudafrica e la favorita Costa d’Avorio, avanzano in semifinale l’inatteso Burkina Faso e il Mali, i cui giocatori si qualificano mentre il loro paese è bombardato dalle guerre umanitarie dell’Occidente. Ma il caso più curioso è senza dubbio quello di Chancel Mbemba Mangulu (per tutti semplicemente Mbemba), giocatore del Congo eliminato nella fase ai gironi. A lui risultano infatti essere intestati ben tre diversi documenti, con tre differenti date di nascita: 1988, 1991 e 1994. Grazie all’aiuto del procuratore brasiliano Paulo Teixeira, ilfattoquotidiano.it è entrato in possesso in esclusiva dei documenti che provano questa assurda situazione. E non essendo Mbemba la regina d’Inghilterra, che può festeggiare due compleanni (il suo e quello della corona), ma un calciatore professionista che gioca a livello internazionale, la Fifa ha annunciato di aver aperto un’indagine. Qualcosa non quadra.
Nelle tre squadre congolesi in cui ha giocato (E.S. La Grace, Mputu e MK Étanchéitéas) Mbemba risultava in possesso di un certificato con data di nascita 8 agosto 1988. Quando poi nel 2011 la federcalcio congolese l’ha inserito nella lista dei giocatori della nazionale per le qualificazioni olimpiche, al Nostro è stata affibbiata la data di nascita il 30 novembre 1991. Altrimenti Mbemba sarebbe stato troppo vecchio, e non avrebbe potuto partecipare come Under 23. Una pratica diffusa, come spiega a ilfattoquotidiano.it lo storico africano Peter Alegi: “La maggior parte delle volte, questa falsificazione dei documenti è intenzionale. Sia da parte delle federazioni, che puntano a vincere i tornei giovanili, sia da parte degli stessi giocatori, che puntano a fingersi più giovani per strappare contratti migliori con le squadre estere, soprattutto europee”. E infatti, oltre la metà dei 368 giocatori che hanno preso parte a questa edizione delle Coppa d’Africa gioca in Europa.
E’ il caso anche di Mbemba, che dal 2011 gioca nell’Anderlecht. Proprio nello stesso periodo in cui la federcalcio congolese gli spostava la data nascita dal 1988 al 1991, Mbemba in Belgio ha ottenuto un ulteriore sconto. E grazie a un nuovo passaporto risulta nato l’8 agosto 1994, diventando in un attimo di ben sei anni più giovane rispetto a quando giocava in Congo, nell’E.S. La Grace. Qui entra in gioco Teixeira, il cacciatore di taglie che per conto delle squadre africane e latinoamericane esige dai club europei l’indennità di compensazione per la formazione dei giovani calciatori. E’ proprio lui che si era occupato del caso per conto della E.S. La Grace, prima che la squadra congolese ritirasse la denuncia alla Fifa.
Perché non è solo ai giocatori che conviene fingersi più giovani – celebre in Italia fu il caso del brasiliano Eriberto del Chievo, che confessò di essere invece Luciano, di quattro anni più vecchio – per strappare migliori ingaggi: conviene anche alle società. Per l’Anderlecht, far risultare che Mbemba è nato nel 1994 porta un notevole plusvalore sulla ‘merce’ al momento della sua vendita a un altro club. Infatti, quando Eriberto confessò d’essere più vecchio, il suo valore di mercato crollò di conseguenza. Ma nel caso di Mbemba, la situazione burocratica ha risvolti kafkiani: se infatti il calciatore fosse davvero nato nel 1994, l’Anderlecht non avrebbe nemmeno potuto tesserarlo nel 2011. Perché l’articolo 19 del Regolamento Fifa sullo Status e sul Trasferimento dei Calciatori impedisce il trasferimento internazionale di minorenni.
Quindi Mbemba per la Fifa può giocare in Coppa d’Africa, dove è nato nel 1991 (o nel 1988 a seconda delle preferenze), ma non nel campionato belga, dove risulta nato nel 1994. E dove però gioca tranquillamente. Colta sul fatto, la federcalcio belga ha fatto sapere che il giocatore non è stato ancora registrato a livello federale – a un anno e mezzo di distanza dal suo esordio con le giovanili dell’Anderlecht – e lo sarà solo a giugno 2013. Mentre la Fifa è ancor più in imbarazzo. Se è possibile che in un torneo come la Coppa d’Africa, tra i più importanti organizzati sotto l’egida della Fifa, un calciatore possa avere allo stesso tempo 19, 22 e 25 anni, risultano evidenti le complicità e le connivenze dei massimi organismi di controllo.
La Fifa ha introdotto l’art. 19 e istituito il TMS (Transfer Matching System, che monitora i dati anagrafici dei calciatori soggetti a trasferimento) proprio per limitare quella che è stata definita una moderna tratta degli schiavi: organizzata sulla pelle di migliaia di ragazzi partiti da casa col sogno di diventare stelle del pallone, e finiti con l’essere manodopera a basso costo delle organizzazioni criminali, se non scomparsi nel nulla. Eppure, quello che emerge nel caso Mbemba, come spiega a ilfattoquotidiano.it Peter Alegi, è il sottobosco d’interessi economici in cui si muove: “E’ interessata tutta la ‘catena alimentare’ del calcio, dalle famiglie agli allenatori delle giovanili, dai presidenti locali ai membri delle federazioni internazionali”.