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  • COVID: Le restrizioni continuano a colpire, il caso Foxconn in Cina

    COVID: Le restrizioni continuano a colpire, il caso Foxconn in Cina

    • Daniele Cifarelli
      Daniele Cifarelli
    Dopo due anni di pandemia, le restrizioni persistono e continuano a causare fermi forzati e esponenziali difficoltà. Anche per la Foxconn, il più grande stabillimento per l’assemblaggio di Iphone, le cose non si mettono bene. Ai primi di marzo è stata costretta, insieme ad altre aziende, a sospendere le attività a Shenzen, il polo tecnologico in cui hanno sede altre importanti aziende cinesi come Huawei, Oppo, TCL e Tencent, che potrebbero risentire anche esse gli effetti negativi dello stop. Nel giro di pochi giorni, Foxconn ha trovato il modo di riattivare almeno in parte le attività produttive negli impianti di Shenzen, applicando di fatto un lockdown che avrebbe permesso ai suoi dipendenti di spostarsi esclusivamente dai dormitori alle fabbriche e viceversa. Misura drastica, ma necessaria al fine di non paralizzare in toto la produzione.

    A fine Marzo, la situazione migliora e, come riporta Reuters,  Foxconn ha sostanzialmente ripreso le normali operazioni di produzione e ordinazione nelle fabbriche sebbene parte del personale vivrà e lavorerà in una bolla. Reuters osserva che ai dipendenti presso lo stabilimento di Futian, nel cuore di Shenzhen, viene ancora consigliato di lavorare da casa. 

    Ma gli ultimi aggiornamenti arrivano da Zhengzhou, nella provincia di Henan, la sede dove avviene la maggior parte di fornitura e assemblaggio degli smartphone, per quanto delegato a Foxconn. Se fino a pochi giorni fa quest’area non era interessata a blocchi operativi, nelle ultime ore le nuove pesanti limitazioni applicate in funzione anti-covid a diverse aree della città di Zhengzhou hanno pesantemente ribaltato la situazione. Il personale dell’impianto della Foxconn è stato infatti sottoposto nei giorni scorsi a test molecolari, come confermato dal South Cina Morning Post. Al momento non si hanno ancora notizie né dall’azienda né da Apple, ma sembra che queste ultime misure possano compromettere la filiera del colosso tecnologico, già colpito dal fermo forzato di fornitori dislocati nell'est del Paese come Pegatron Corp e Quanta Computer. Non resta che attendere aggiornamenti ulteriori.

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