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  • Crotonemania: 'Var' condicio

    Crotonemania: 'Var' condicio

    • Michele Santoro
    NON VA(R) BENE. La tecnologia facilita la vita, dicevano. VAR, AVAR, Hawk-Eye ma poi gli arbitri continuano a decidere, e sbagliare, da soli. Il rigore che ha determinato l’incontro infrasettimanale tra Roma e Crotone è stato assegnato da Manganiello senza l’ausilio “dell’aiuto da casa”, questo perché, regolamento alla mano, «non essendoci un chiaro errore, ma una valutazione del direttore di gioco su un contatto, il protocollo non prevede chiamate». Chi fa da sé fa per tre, dunque. Il quasi impercettibile tocco di Mandragora sul braccio destro di Kolarov già sbilanciato perché in corsa, con inevitabile impatto tra i due solo in caduta, evidentemente non ha fatto sorgere neanche l’ombra del dubbio nei giudici di gara, destando invece più di qualche perplessità in spettatori e critica. Perché non richiedere assistenza tecnica? Perché non interrompere il match e revocare una decisione palesemente erronea? Lo si è fatto per episodi molto meno eclatanti. È come se si stesse passando dalla “discrezionalità dell’arbitro” alla “discrezionalità del VAR”, e nel frattempo di abbagli continuano ad essercene a bizzeffe. Se la tecnologia è stata messa là per coadiuvare nelle scelte, va usata, punto. Quanto successo nella gara dell’Olimpico può trovare solo due spiegazioni: o Manganiello è stato talmente borioso da non avere ripensamenti sull’episodio, oppure ha prevalso la percezione soggettiva di Abisso, addetto VAR, che non ha informato il collega avallando la svista. Tutto ciò mi pare un controsenso, visto che la tecnologia è stata introdotta, a detta di AIA e FIGC, proprio per limare gli sbagli effetto della discrezionalità. Ha ragione poi chi, come Montella, sbotta contro la classe arbitrale: su questi errori ci si giocano stagioni e carriere.

    SQUALO GAJARDO. «Dobbiamo migliorare nella finalizzazione, nell'ultimo passaggio, essere coscienti dei nostri pregi e dei nostri limiti». Proprio così, Nicola chiarisce bene quella che, al momento, sembra essere la grana più antipatica per i pitagorici: fare gol. 6 reti in 10 partite, terzo peggio attacco della categoria dietro solo a Benevento e Sassuolo: troppo poco per stare tranquilli. Eppure, tralasciando alcune prestazioni, il Crotone crea; anche ieri, seppur contro una Roma inedita causa turnover, i rossoblù hanno testato più volte i riflessi di Alisson, non trovando mai il guizzo risolutivo. La squadra ha reagito bene al knock-out di Marassi concedendo il giusto, in termini di occasioni, a un avversario di altro livello come i giallorossi. La capacità di controbattere ai momenti difficili, e di non crollare come sarebbe successo lo scorso anno, ormai è insita negli Squali, ne sono riprova il filotto di risultati utili ottenuto dopo l’altra manita subita con l’Atalanta e la performance dell’Olimpico. Ora, però, servono i punti: domenica, contro una Fiorentina in salute, occorrerà effettuare quel «salto di qualità» tanto invocato da Nicola. Dopodiché nessun VAR o arbitro distratto potranno far niente. 
     

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