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De Rossi fatto fuori: la Roma non esiste più, Pallotta e Baldini le vogliono male

De Rossi fatto fuori: la Roma non esiste più, Pallotta e Baldini le vogliono male

  • Stefano Agresti
    Stefano Agresti
Lo schiaffo finale alla Roma, la cacciata di De Rossi, il presidente Pallotta e il capo occulto Baldini l’hanno assestato senza garbo, senza sensibilità e anche senza lucidità. E se le prime due componenti possono essere perdonate a chi è un comandante d’azienza (si dice spesso che in certe scelte non debbano esserci sentimenti, anche se questo un po’ ci spaventa), la terza è davvero preoccupante. 

De Rossi era l’unico drappo romanista rimasto all’interno di un club allo sbando. Un club che non ha un allenatore, non ha un direttore sportivo, non ha un dirigente forte, non ha un presidente presente, non ha rispetto della sua bandiera Totti che è lì e non conta nulla. Un club che fallirà l’ingresso in Champions e forse dovrà giocare i preliminari di Europa League, lavora da anni per lo stadio e ancora non ha messo nemmeno una prima pietruzza, continua a sostenere di dover vendere calciatori per andare avanti. Ebbene, in mezzo a questo sfascio senza precedenti i tifosi potevano confortarsi guardando De Rossi, la sua barba e la vena che si gonfia. E anche allenatore e compagni trovavano consolazione in lui perché non giocava sempre, ormai ha quasi 36 anni, ma quando lo faceva era spesso il migliore. 

Oltre a non avere avuto garbo e sensibilità nella comunicazione a De Rossi delle loro decisioni (rileggete qui le parole di Daniele), non si sono nemmeno resi conto che questa scelta priva la Roma di una risorsa preziosa in campo e preziosissima fuori dal campo, cioè nello spogliatoio e nella comunicazione. 

Significativa, in questo bailamme, una frase dello stesso De Rossi: “Poi forse parlerò anche con Pallotta e Baldini”. Li ha indicati come coloro che hanno preso la decisione, gli artefici dell’ultimo ammainabandiera: uno se non altro è il presidente, anche se è passato più di un anno da quando si è visto l’ultima volta a Roma; l’altro è un consulente esterno che vive tra Città del Capo e Londra. Due dirigenti lontanissimi dall'Italia hanno finito di disintegrare il mondo giallorosso. Forse perché, fondamentalmente, gli vogliono male. 

@steagresti
 

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