Calciomercato.com

  • De Rossi si ritira, spinto da Pallotta: ora non chiamatelo Mister Futuro

    De Rossi si ritira, spinto da Pallotta: ora non chiamatelo Mister Futuro

    • Enrico Maida
    Lo chiamavano capitan futuro. Il suo destino era quello dell’erede designato che avrebbe conquistato il patrimonio e il potere quando il re si fosse fatto da parte. Il re, naturalmente, era Francesco Totti, romano e romanista come lui, forse anche più di lui. Daniele De Rossi ha percorso le tappe della sua carriera così, senza essere ufficialmente un leader dal 2001, l’anno dello scudetto di Totti, Batistuta, Montella. Scoperto e lanciato da Capello che intuì per primo le enormi potenzialità di un ragazzo che sapeva essere insieme moderno e antico. Io l’ho visto per la prima volta all’Olimpico, quando fu lanciato nella mischia.

    Fece un movimento particolare, una cosa che non ho dimenticato, un’azione che non ti aspetti da un semidebuttante. Una recluta non si azzarda a fare un gesto del genere, ma capitan futuro lo fece. E da quel giorno è diventato un calciatore chiave nelle esercitazioni di qualunque allenatore. Perché De Rossi è stato quello che difendeva, che impostava, che concludeva. Non saprei dire quale potrebbe essere il giocatore di riferimento. Forse Tardelli, che però ha avuto il vantaggio di giocare soltanto nei grandi club. De Rossi è cresciuto nella Roma e ha scelto di rimanere a Roma anche quando una dolorosa esperienza personale gli ha tagliato le gambe, costringendolo a divorziare dalla prima moglie da cui aveva avuto una figlia, Gaia, che adora.

    Il padre, Alberto, allena da sempre la Primavera della Roma. Un ruolo un po' scomodo che capitan futuro non ha mai reso imbarazzante. La sua seconda vita, realizzata con un matrimonio finalmente felice, gli ha disegnato un’interpretazione diversa. La barba, che qualcuno in vena di malignità sosteneva coprisse una ferita da arma da taglio, gli ha conferito una certa autorevolezza che si sposava bene con un eloquio più forbito di quelle medio del pianeta calcio. Nelle interviste dopo le partite il congiuntivo non rappresentava un problema e le risposte non erano mai banali. Capitan futuro, nel frattempo, era diventato campione del mondo a dispetto di una squalifica pesantissima per un gomito troppo alto nella partita inaugurale della nazionale di Lippi. Sarebbe potuto  rientrare solo se l’Italia si fosse qualificata per la finale. Cosa  che puntualmente avvenne consentendo a De Rossi di essere decisivo segnando uno dei rigori di spareggio con la Francia.

    L’esperienza al Boca fa parte di un’altra storia. Capitan futuro non si aspettava che la Roma bostoniana lo spingesse verso il ritiro. Voleva dimostrare ancora qualcosa, ma in cuor suo sapeva che la storia era arrivata all’ultimo capitolo. Dice di vedersi su una panchina che non è quella di Villa Borghese, ma quella di una squadra di calcio. Per favore evitate di chiamarlo mister futuro.  

    Altre Notizie