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  • De Zerbi, dopo il Liverpool c'è Conte: 'Mai battuto, finora... Può vincere la Premier League'

    De Zerbi, dopo il Liverpool c'è Conte: 'Mai battuto, finora... Può vincere la Premier League'

    Roberto De Zerbi ci ha preso gusto e, dopo aver imposto un pirotecnico 3-3 al Liverpool all'esordio sulla panchina del Brighton, proverà a fermare anche il Tottenham di Antonio Conte nel prossimo turno di Premier League. "Sono entusiasta per la mia prima partita davanti ai nostri tifosi. Spero in una buona gara e conosco l'importanza del nostro pubblico. Nella mia testa i tifosi sono il dodicesimo giocatore, non solo a Brighton ma in ogni luogo dove alleno. Le mie squadre giocano sempre con coraggio e voglio che 'facciano il gioco' domani con forte personalità e la giusta mentalità", ha dichiarato il tecnico bresciano.

    Che in carriera non ha mai battuto il suo prossimo rivale: "L'ho incontrato quattro volte ma non ho mai vinto contro di lui, finora... È un grande allenatore e mette sempre insieme squadre fantastiche. Quando Antonio lavorava all'Inter era una grande squadra e vinse la Serie A;  oggi è nelle condizioni giuste per vincere la Premier League. Non è facile con squadre come Manchester City, Liverpool e Chelsea, ma hanno messo in squadra ottimi giocatori e dopo un anno di lavoro con Conte possono vincere il campionato. Non credo che abbiamo lo stesso stile, ma forse abbiamo la stessa visione del calcio e la stessa passione. Per noi il calcio è al primo posto nella nostra vita".

    A proposito di Conte, non può mancare un pensiero per Gian Piero Ventrone, preparatore atletico del Tottenham spentosi improvvisamente all'età di 62 anni per una grave malattia: "È una brutta notizia, non solo per la loro squadra ma per chiunque nel calcio. Siamo molto tristi, molti nel mio staff lo conoscevano".

    De Zerbi ha infine descritto il suo adattamento al calcio inglese: "Devo scontrarmi per esempio col giorno di riposo, cosa che in Italia non c’è e che non voglio togliere per non cambiare le abitudini dei miei giocatori. E poi mi scontro col fatto che non voglio cambiare troppo e allo stesso tempo voglio mettere la mia mano sulla squadra, perché se la dirigenza ha scelto me vuol dire che vuole vedere la squadra giocare con le mie idee. Questo per me è vivere in apnea, quando ti scontri con la voglia di non cambiare troppo e quella di dare comunque la tua impronta. Penso che questa squadra giocasse con coraggio già prima di me: io voglio che le mie squadre giochino per fare la partita, con personalità e la giusta mentalità per trovare il modo per vincere".

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